rotate-mobile
Cronaca

La sua vita spesa al servizio degli ultimi: Forlì rende omaggio ad Annalena Tonelli

"Annalena donna libera" è il progetto che ha visto partecipare fra il 2017 e il 2018 oltre 4000 studenti e associazioni

Il 5 ottobre 2003 Annalena Tonelli veniva uccisa mentre concludeva la visita serale ai suoi ammalati nell’ospedale di Borama – Somaliland. E così la sua vita spesa al servizio degli ultimi è divenuta un’opera d’arte. La città mercuriale a quindici anni dal delitto ricorda la missionaria cristiana con un nutrito calendario di appuntamenti. "Annalena donna libera" è il progetto che ha visto partecipare fra il 2017 e il 2018 oltre 4000 studenti e associazioni che attraverso incontri e attività pratiche hanno aderito scegliendo uno dei cinque temi: I care, Far fiorire, Il Perdono, La non violenza, La ricchezza delle differenze quali valori universali che hanno informato la libertà di Annalena.

IL PROGRAMMA: Gli eventi in ricordo di Annalena Tonelli

I risultati di questi lavori saranno visibili all’interno della “Tenda dell’incontro” che verrà aperta e sarà frequentabile in Piazza Saffi dal 30 Settembre 2018 fino al 7 Ottobre. Nella settimana saranno aperte diverse mostre, fra le quali una fotografica a cura dell’UNHCR dal titolo “Per Amore”. Il 5, 6 e il 7 ottobre diverse iniziative in città fra cui una marcia per le vie della città, una veglia di preghiera nello stile di Annalena e un convegno nazionale (il primo sulla figura di Annalena) pal Campus Universitario a cui interverranno amici che hanno lavorato con lei in diversi momenti della sua vita oltre a personalità nazionali del mondo, letterario, accademico e della cristianità. Al teatro “Diego Fabbri” in doppia data (6 e 7 Ottobre) si potrà assistere alla prima di uno spettacolo inedito di “teatro-musicale” scritto diretto e interpretato dalla compagnia forlivese quelli della Via dal titolo “Il fiore del Deserto” già andato in scena in forma ridotta a Roma durante la notte bianca l’11 agosto. Il programma si conclude con una Messa in Cattedrale a Forlì presieduta da Mons. Giorgio Bertin vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio che ha seguito Annalena negli anni somali.

Chi è Annalena Tonelli? Biografia narrata

Annalena è una giovane che, pur impegnata con successo nello studio, si dedica a Forlì negli anni ‘60 ad assistere gli emarginati raccolti nella bidonville di una ex caserma (il Casermone) e a trovare loro una casa dignitosa; è una ragazza che coinvolge le sorelle e le amiche studentesse a curare come vice madri i bambini del Brefotrofio promuovendone l'adozione. Annalena aiuta a far nascere la prima casa famiglia a Forlì per “ragazze svantaggiate e rifiutate dalle loro famiglie”; si interessa ai problemi della fame nel mondo, promuovendo, con giovani universitari e laureati conferenze e dibattiti, il primo campo di raccolta stracci per finanziare progetti di sviluppo. Ispirandosi ai suoi principi nascerà poi il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo  che rimase in costante contatto con lei per tutti i suoi 35 anni di Africa.

È anche una brillante intellettuale che rinuncia ad una sicura carriera forense e a 25 anni, nel 1969, parte per il Kenya come insegnante a Wajir nel desertico nord-est; in breve lascia l'insegnamento per dedicarsi al servizio dei malati e dei poveri, crea un centro di riabilitazione per malati di poliomielite, con danni cerebrali, ciechi e sordi; adotta come figli bimbi con gravi handicap, li fa studiare nelle scuole coraniche, fino a farli germogliare e diventare cittadini capaci e preparati. Annalena è la laureata in giurisprudenza che, di fronte al grave problema della TBC e dell'AIDS, non si spaventa, crea la TB Manyatta (villaggio di capanne), studia, diventa esperta di malattie tropicali e mette a punto un protocollo (DOTS) che viene adottato come standard dalla OMS; ma è anche quella donna che umilmente inizia il suo servizio raccogliendo l'acqua dolce piovana dal tetto della sua casa per portarla nelle capanne delle persone malate e abbandonate. 

È la donna che il 10 febbraio 1984, a fronte del massacro con oltre 1000 morti, perpetrato dall'esercito del Kenya nei confronti di una tribù somala, non esita a denunciare la cosa alle ambasciate occidentali, riuscendo a fermare l'eccidio e, sola, cura i feriti e seppellisce i morti; il governo del Kenya la espelle il 5 agosto 1985 come persona non gradita.
Nel 1986 riparte per la Somalia, martoriata dalla guerra civile a Mogadiscio riattiva l'ospedale Forlanini e un centro nutrizionale con cui sfama giornalmente migliaia di affamati, a Merka organizza l'ospedale antitubercolare, un centro nutrizionale e riattiva il porto in disuso dagli anni ‘70, per consentire l'arrivo degli aiuti umanitari internazionali.  Resta anche quando tutte le organizzazioni umanitarie hanno lasciato la Somalia.

Ma l'arrivo di fondamentalisti e giovani drogati creano ostacoli continui fino a quando, nel 1994, dopo l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la costringono a lasciare tutte le sue opere alla Caritas italiana e a rientrare in Italia.  Sono due anni di silenzio, di “deserto” in diversi eremi del Centro Italia  Ma nel 1996, ritorna in Africa a Borama in Somaliland, e vive lì gli ultimi sette anni di vita. Avvia una titanica impresa per educare le menti e i cuori dei malati, dei loro familiari, degli operatori sanitari. Dà vita ad un programma anti TBC e anti AIDS, apre scuole di alfabetizzazione di Corano per i malati, crea la prima vera scuola per bambini sordi che oggi è un esempio per tutto il Corno d'Africa, organizza diverse campagne di lotta alla cecità e di contrasto alle mutilazioni genitali femminili.

Il 26 giugno le viene consegnato a Ginevra il prestigioso premio Nansen da parte dell’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, per i suoi 35 anni di dedizione alle comunità somale. Il suo servizio d'amore agli ultimi la porta di nuovo ad affrontare senza paura minacce di morte, calunnie, persecuzioni, ma Annalena non demorde e non lascia. Il 5 ottobre 2003 al rientro a casa dopo la visita serale agli ammalati, viene uccisa da due sicari. La vita non le è stata rubata, l'aveva già donata sin dalla giovinezza. “Serena e piena di gioia” come amava ripetere.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La sua vita spesa al servizio degli ultimi: Forlì rende omaggio ad Annalena Tonelli

ForlìToday è in caricamento