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Cronaca

Manifestazione per la difesa della legge sull'aborto, Pro Vita: "La nostra campagna non è disinformativa"

Si inaspriscono i toni in vista della manifestazione che si terrà sabato pomeriggio organizzata da circa 40 associazioni femministe e altri soggetti, oltre che con l'appoggio di 5 sindaci del territorio

Si inaspriscono i toni in vista della manifestazione che si terrà sabato pomeriggio organizzata da circa 40 associazioni femministe e altri soggetti, oltre che con l'appoggio di 5 sindaci del territorio. Il tema è quello dell'aborto, in particolare in contrasto alla campagna pubblicitaria mediante affissioni pubbliche dell'associazione “Pro Vita”, che contrasta la pratica dell'aborto e paragona la pillola abortiva RU486 ad un “veleno”. Contro di essa si sono scagliate in tutt'Italia numerose associazioni per la tutela della donna, partiti politici, sindacati etc. A Forlì il “Tavolo permanente delle associazioni contro la violenza” e l'associazione “Un secco no” hanno promosso anche un sit-in piazza Ordelaffi sabato, parlando di un “attacco alla legge 194”.

La replica dell'associazione 'Pro Vita & Famiglia Onlus' arriva per bocca dell'avvocato Francesco Minutillo, che è stato anche uno dei leader storici della destra a Forlì: “La campagna di sensibilizzazione promossa da Pro Vita & Famiglia Onlus è per la tutela del diritto fondamentale alla vita (art. 2 Cost.) e del diritto alla salute (art. 32 Cost.) sui rischi della somministrazione della pillola RU486 e rappresenta un giudizio critico, come tale opinabile ma certamente libero, essendo qualsiasi mezzo abortivo/farmacologico “velenoso” (per definizione) sia per l'essere umano nel grembo della donna sia per la donna stessa. La somministrazione di RU486 implica una serie di rischi per la salute femminile noti nella letteratura scientifica. L'aborto farmacologico è molto più pericoloso per la donna che l'aborto chirurgico: la mortalità è dieci volte maggiore e quasi una donna su 20 è costretta a completare la procedura farmacologica con una revisione della cavità uterina (raschiamento). Più della metà delle donne può soffrire il potenziale trauma di vedere l'embrione espulso (suo figlio) nel water o sull’assorbente”.

Minutillo rigetta quindi l'accusa di 'disinformazione': “L'affissione si riferisce appunto ai rischi per la salute e la vita della madre, senza esplicitarne l'entità, non solo sulla base della libertà d'opinione ma anche in virtù del pluralismo che esiste in materia nello stesso mondo scientifico: non è un caso che, recentemente si sia espressa a favore dei manifesti una società scientifica come l'AIGOC (associazione confessionalmente ispirata costituita da Ostetrici e Ginecologi che agiscono sulla base delle relative conoscenze scientifiche). La campagna di Pro Vita & Famiglia Onlus non è, dunque, disinformativa dal punto di vista medico-scientifico. Al contrario: ha piena capacità informativa delle donne sulle potenziali conseguenze dei metodi abortivi – anche a prescindere dall’entità dei rischi”. Spiegando il proprio punto di vista, Minutillo, segnala infine di aver mandato una diffida alle associazioni organizzatrici dell'evento e di aver informato di questo il prefetto ed il sindaco.

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