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Monsignor Erio Castellucci aprirà gli incontri formativi di Coriano all'insegna dell’ascolto

La serata conclusiva di lunedì 24 ottobre, alle 20.45, vedrà la relazione del vescovo Livio su “Orientamenti pastorali per il nuovo anno”

Sarà mons. Erio Castellucci l’apripista degli “Incontri di Coriano”, proposti dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro per approfondire i contenuti del nuovo anno pastorale, avviato il primo ottobre scorso in Cattedrale sul tema “Di una cosa sola c’è bisogno”. Il teologo forlivese, arcivescovo di Modena - Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, parlerà martedì, alle 20.45, unitamente a don Davide Brighi e al prof. Gilberto Borghi, entrambi docenti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Forlì, sul tema “Il cammino sinodale delle chiese in Romagna”. Il secondo incontro è in programma lunedì 17 ottobre, alle 20.45, con gli interventi del vicario generale don Enrico Casadei e dei componenti dell’equipe sinodale diocesana, sul tema “I cantieri di Betania”.

La serata conclusiva di lunedì 24 ottobre, alle 20.45, vedrà la relazione del vescovo Livio su “Orientamenti pastorali per il nuovo anno”. “Continuare ad ascoltare il Vangelo – scrive mons. Corazza nell’omelia di apertura del nuovo anno pastorale - è uno stile ed una necessità. Siamo cristiani quando ci mettiamo in ascolto. Le famiglie non resistono, non durano se l’ascolto non è pratica quotidiana. Le comunità non sono comunità se non ascoltano la Parola e non scatta l’ascolto reciproco”. Dall’ascolto nasce la comunione e dalla comunione la missionarietà, ossia il gesto che Gesù ha chiesto ai cristiani in ogni epoca: “Siamo invitati dal Signore ad andare in tutto il mondo ed annunciare il suo vangelo. Qui e ora”. Viviamo tempi difficili, la tentazione è quella di chiuderci, come gli Apostoli nel cenacolo. Ma lo Spirito invia i primi discepoli nel mondo.

“Spesso le nostre riunioni, le nostre messe - continua il presule friulano - non sono la cena del Signore. Se le messe non sono fraterne, non sono quello che voleva il Signore Gesù”. Le comunità si dimostrano cristiane anche quando devono affrontare scelte concrete, come per esempio, in questo tempo, sui luoghi di incontro e sulle strutture di partecipazione. “Dovremo prendere delle decisioni concrete, come già abbiamo fatto anche negli anni della pandemia. A Coriano, in occasione del 60° dell’apertura del Concilio Vaticano II – conclude mons. Corazza - saremo chiamati a ripensare alla nostra presenza ecclesiale sul territorio forlivese da qui ai prossimi anni, consolidando la nostra capacità di ascolto dentro e fuori il contesto ecclesiale, in vista di scelte che riguardano il nostro futuro. Raggiungeremo questo obiettivo tenendo conto dei punti di forza e di debolezza delle nostre comunità”.

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