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Cronaca

"Finanziavano la jihad", convalidati i quattro fermi per terrorismo: due avevano soggiornato a Forlì

Ora i quattro arrestati sono nei rispettivi carceri delle città di provenienza: i fermi sono stati tutti convalidati

Sono stati convalidati i fermi dei due cittadini somali e due etiopi, tra i 22 e i 29 anni, fermati il 29 maggio scorso nell’ambito di un’inchiesta anti-terrorismo della Digos coordinata dalla Dda di Bologna. Le accuse, a vario titolo, sono di "finanziamento al terrorismo" e "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Un cittadino somalo dal nome non noto e ricercato in Germania, 23enne, ed un ventenne, già arrestato otto mesi fa a Bari, sono stati insieme ospitati a Bologna, all'hub di via Mattei, dopo essere arrivati dalla Libia. Sotto le Due Torri entrambi sarebbero rimasti però solo pochissimi giorni, per poi andare a Forlì e di qui dopo qualche mese, partire l'uno per Bari e l'altro per la Germania, dove tutt'ora è latitante. E' quanto hanno confermato i procuratori Giuseppe Amato e Antonella Scandellari, titolari dell'inchiesta.

Rete di finanziamento al terrorismo, le indagini della Digos di Bologna

Da questi due soggetti sono partite le indagini, e in particolare proprio una intercettazione telefonica, effettuata dalla Digos di Bologna, coordinata dal vicequestore Antonio Marotta. Difatti i cellulari dei due somali erano da tempo sotto la lente degli investigatori, perché segnalati dal servizio centrale di prevenzione di Roma su impulso di fonti di intelligence. I numeri dei due erano infatti stati trovati nella rubrica del terrorista Abu Hamza, personaggio arrestato in somalia nel 2017 e reputato un referente locale delle milizie jihadiste in patria, come Al Shabaab.

E proprio ascoltando le telefonate e monitorando i contatti dei due si arriva al principale indiziato dell'inchiesta, 23 anni, addetto alle pulizie a Milano e regolare sul territorio. A lui, prelevato con il coinquilino nella sua abitazione a Cinisello Balsamo, la Polizia ha sequestrato anche quattro cellulari. L'ipotesi degli inquirenti è che il 23enne, fosse a capo di due reti, l'una finalizzata alla raccolta di fondi per finanziare la lotta armata di stampo jihadista in Somalia, l'altra dedicata al transito illegale di connazionali attraverso il confine italiano, con destinazione nord europa.

Nel tempo di attività delle indagini, le carte in possesso della Procura di Bologna attestano come siano effettivamente transitati illegalmente almeno quattro soggetti, ma le indagini sul 'giro' gestito dai passeur potrebbe presto allargarsi, dacché sono al vaglio computer e cellulari sequestrati durante gli arresti. Intorno ai 10mila euro invece il bilancio dell'attività di raccolta di denaro da convogliare in Somalia, almeno stando alle intercettazioni, durate circa otto mesi.

Il denaro veniva poi convogliato in Somalia anche attraverso il meccanismo di rimesse delle Hawala, reti di persone fidate che i incaricano di anticipare denaro per conto terzi, un sistema che muove flussi di contante in assoluto anonimato. Ora i quattro arrestati sono nei rispettivi carceri delle città di provenienza: i fermi sono stati tutti convalidati, ed è possibile che nei prossimi giorni gli arrestati siano trasferiti in istituti detentivi di massima sicurezza.

Per il momento, precisa poi Amato, "noi ci siamo mossi contestando il finanziamento, perche' ad oggi non abbiamo la dimostrazione" del fatto che i fermati partecipassero all'associazione terroristica. Tuttavia, prosegue, "ci riserviamo, all'esito di ulteriori accertamenti, di valutare se contestare la partecipazione all'associazione terroristica". Prima di farlo, chiosa Amato, "vogliamo avere l'assoluta certezza della partecipazione, ma non escludo che ci si possa arrivare". Allo stato attuale, comunque, "e' positivo- conclude il procuratore capo- che tre diverse Autorita' giudiziarie, vale a dire Torino, Monza e Como, abbiano condiviso la nostra impostazione". È ancora da chiarire, specifica invece Scandellari, se l'attivita' di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina fosse finalizzata al finanziamento dell'associazione terroristica, o se invece "si trattasse di un'attivita' collaterale".

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