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Cronaca

Parco del Ronco-Bidente: il “parlamentino” presenta varie proposte per valorizzare l'area

Il tavolo di negoziazione formato da cittaini, imprenditori e ambientalisti consegna un documento corposo per promuovere fruibilità e sicurezza del parco fluviale

Una rete e un coordinamento unico che – a servizio dei Comuni bagnati dal fiume Ronco Bidente – vigili sulla riqualificazione ambientale, sull’accessibilità e sulla promozione dell’area, e sulla rete escursionistica già individuata: è quanto chiede ai Comuni di Forlì, Forlimpopoli, Meldola e Bertinoro il “parlamentino” dei portatori di interesse attorno al fiume che ha appena approvato il documento finale del processo partecipato volto proprio a una gestione integrata dell’area fluviale. Il documento sarà sintetizzato in un protocollo di intesa sul quale saranno chiamati a esprimersi i 4 Comuni entro il prossimo aprile. E se – come richiesto da residenti, imprenditori, cacciatori, pescatori e associazioni ambientaliste della zona – il coordinamento nascerà, allora il processo proseguirà nel monitoraggio delle azioni di gestione e valorizzazione dell’area.

Insomma, la palla passa quindi alla politica alla quale il “parlamentino” – detto tavolo di negoziazione – consegna un documento assai corposo, sintesi di diverse proposte elaborate in questi mesi dal processo partecipato che si è interrogato sia su come valorizzare l’ambiente fluviale, sia su come coniugare biodiversità e impresa nel rispetto del fiume e anche nella sua valorizzazione turistica.

D’altronde, il processo è durato mesi e ha ottenuto un alto successo di partecipazione: 31 i rappresentanti scelti dai diversi portatori di interessi e riuniti nel tavolo di negoziazione, oltre 130 i partecipanti coinvolti negli incontri tematici, 80 i questionari somministrati, oltre 150 i pareri raccolti e poi centinaia di persone collegate alle riunioni on line e alla diretta Facebook organizzata nei mesi scorsi per presentare le esperienze dei vicini di casa in termini di valorizzazione di aree fluviali.

Il processo

Il processo - lo ricordiamo - nasce dall’associazione Spazi Indecisi che insieme alla Cooperativa Casa del Cuculo e all’associazione I Meandri gestisce il centro visite partecipato Spinadello, sede dell’ex acquedotto,  e gode del sostegno della Regione Emilia Romagna (legge regionale 15/2018). Il proposito era quello di stimolare i comuni coinvolti ad adottare una visione strategica integrata dell’area del fiume Ronco Bidente. Da anni, infatti, aziende private, associazioni, guide ambientali, musei e Comuni operano per la valorizzazione dell’area trovando spesso un forte limite nella segmentazione territoriale e organizzativa tra i diversi Comuni. La volontà di vedere i Comuni collaborare tra loro e con i soggetti del territorio per costruire un sentiero che li unisse, per promuovere l’area e tutelarne il valore ambientale è stata la miccia che ha innescato il processo.

“Sapevamo che il tema sta a cuore ai cittadini e la costante e numerosa partecipazione ci ha confermato che non ci sbagliavamo – commenta la coordinatrice del progetto Elena Salvucci  -. Questo percorso è stato un piccolo sasso ma ha creato grandi cerchi nel lago, o meglio nel fiume, ora consegniamo alla politica queste proposte, questo distillato di duro lavoro, discussioni, compromessi, sopralluoghi confidando che ne amplifichi l’eco e che sappia sfruttare l’energia che questo processo ha prodotto, senza disperdere nemmeno una goccia”.

Le proposte

Sei le proposte rappresentate nel documento finale approvato dal tavolo di negoziazione. La prima, sulla realizzazione del primo tratto della rete escursionista della valle del Ronco Bidente, già individuata e mappata dai volontari al lavoro sul processo, con il miglioramento di quasi 30 chilometri di piste e percorsi e la realizzazione di piste a fondo naturale battuto per 5.000 metri;  la seconda, sull’accessibilità e la riconoscibilità dell’area per le quali il gruppo di lavoro ha proposto con la registrazione della traccia del sentiero principali e di quelli secondari e il loro inserimento sui portali open source e sui siti dei Comuni, oltre che la cartellonistica opportuna e condivisa. La terza proposta riguarda proprio la comunicazione e la promozione condivisa dell’area con la definizione di un cartellone condiviso di eventi, l’organizzazione di almeno un evento l’anno lungo i 4 anni Comuni, la pubblicazione di una carta escursionistica.

La quarta proposta volta alla promozione della qualità dell’ambiente e del paesaggio con – tra le altre cose - la riforestazione delle aree di proprietà pubblica demaniale limitrofe al fiume, l’inserimento di interventi previsti lungo il fiume nella strategia ecologico-ambientale dei Pug in fase di predisposizione, l’incremento della vigilanza ambientale nell’area fluviale, il contrasto attivo alla presenza delle specie botaniche, un regolamento del verde condiviso e molto altro. La quinta proposta è volta alla sistemazione e riqualificazione fluviale con opere di laminazione delle piene, con la creazione di quattro nuove aree di espansione del fiume; infine la proposta circa la governance dell’area e la nascita di un Osservatorio locale sulla qualità del paesaggio che diventi per i quattro Comuni e per i Comuni che vorranno aderire in seguito, uno strumento “leggero” di coordinamento e condivisione delle strategie per lo sviluppo dell’area.

Un gruppo di lavoro composto da un tecnico per ciascuno dei Comuni coinvolti, supportato dalla curatrice del processo Elena Salvucci, lavorerà per trasformare le sei proposte in un protocollo d’intesa o documento assimilabile da presentare alle quattro Giunte entro febbraio 2021. Le Giunte saranno chiamate ad esprimersi entro la fine di aprile 2021.

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