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Cronaca

Emergenza climatica, ambientalisti contro il Comune: "Piano approvato senza confronto, pieno di errori e punti deboli"

E’ una bocciatura quella che arriva da Fridays For Future e Taaf per il piano per il clima del Comune di Forlì

E’ una bocciatura quella che arriva da Fridays For Future e Taaf per il piano per il clima del Comune di Forlì. “Un piano pieno di intenzioni e di filosofia ma privo di sostanza - lo definiscono - che non indica azioni concrete in tema di emergenza climatica, né le tempistiche per la loro realizzazione né tanto meno i costi per sostenerle”. Non è piaciuto agli esponenti del movimento per il clima e del Tavolo delle associazioni ambientaliste il Paesc - il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima approvato dal consiglio comunale - i quali lamentano anche il mancato coinvolgimento e la possibilità di un confronto prima dell’approvazione del testo, “testo che non abbiamo mai ricevuto”, dicono.

Tra i punti critici, la riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto al 2020, obiettivo che si colloca al di sotto del 55% fissato dall’Unione europea. “Per quanto riguarda le emissioni prodotte dai rifiuti, nel piano viene evidenziato come fra il 2007 e 2018 ci sia stato un calo del 69% - dicono - mettendo erroneamente in relazione la quantità di rifiuto secco prodotto a Forlì nel 2018 e conferito all’inceneritore, con il dato complessivo del 2007 di 120.000 tonnellate,  comprensivo dei rifiuti prodotti a Cesena. Anche se è vero che nel bacino di Forlì - proseguono - la quantità di rifiuto indifferenziato è calata, nell’inceneritore di Hera stanno continuando a bruciare 120.000 tonnellate di rifiuti ogni anno, così come nel 2007, quindi dire che le emissioni prodotte dall’incenerimento dei rifiuti sono calate del 69% non corrisponde al vero”.

Altro punto debole, lo Sportello Energia, “che potrebbe essere uno strumento utile per favorire comportamenti virtuosi, ma con cui si promuove il teleriscaldamento, la cui energia viene in gran parte ottenuta bruciando rifiuti - proseguono - e che andrebbe invece disincentivata anche nell'ottica di arrivare a chiudere l’inceneritore”. Cartellino rosso anche per le misure di mitigazione contenute nel piano, che riguardano la mobilità (con l’incentivazione di quella elettrica), il trasporto pubblico (con il graduale passaggio a mezzi alimentati a metano o elettrici), la rigenerazione urbana e i percorsi ciclabili.

“Le azioni di riqualificazione urbana vengono rimandate al nuovo Piano urbanistico generale (il piano regolatore, ndr) che non sarà pronto prima del 2024 - sottolineano - e per quanto riguarda la mobilità, ancora una volta si incentiva l’utilizzo dell’auto privata, anche se elettrica, anziché il trasporto pubblico”. “In conclusione, ci sembra che questa Amministrazione non abbia la percezione dell’urgenza con cui va affrontata l’emergenza climatica e che il piano sia un’occasione mancata”.

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