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Cronaca

Irrompe il freddo, l'analisi dell'esperto: "Nessun valore glaciale. Ci sarà un po' di neve". E non è finita

La Romagna sperimenterà nelle prossime ore un'ondata di freddo di matrice artico-continentale, che porterà anche un po' di neve anche in pianura

Lo "shock" termico ci sarà. Perchè si passerà dai 15.3°C di massima, registrati mercoledì dalla stazione urbana dell'Arpae di Forlì, a valori di poco superiori allo zero in pieno giorno. Mentre le minime, soprattutto quando il cielo rassenerà, su valori decisamente negativi. La Romagna sperimenterà nelle prossime ore un'ondata di freddo di matrice artico-continentale, che porterà anche un po' di neve anche in pianura, attesa tra venerdì e sabato. Una spolverata lungo l'asse della via Emilia (quindi niente nevone per intenderci), qualcosa di più consistente nell'entroterra.

Allerta 'gialla' per la neve

Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), è confermato l'arrivo di aria fredda?
Sostanzialmente sì, l’afflusso di correnti alquanto fredde, che nei bassi strati proverranno dalle repubbliche baltiche, è confermato e avrà il suo culmine nella notte tra sabato e domenica, anche se in prossimità del suolo l’aria fredda si farà sentire anche per i giorni successivi, specie di notte e al primo mattino.

Cosa ha innescato questo cambiamento?
Lo sviluppo di un anticiclone di blocco sull’Europa centro-occidentale che sta interrompendo il fluire delle correnti atlantiche umide e instabili ma anche miti. Questo anticiclone si porterà i massimi di pressione al suolo tra l’Europa centrale e la Scandinavia, e quando ciò accade quasi sempre la nostra penisola viene invasa da masse d’aria piuttosto fredde. Peraltro, il regime di circolazione attivo sull’emisfero settentrionale risente ancora degli effetti di indebolimento del vortice polare, dapprima in stratosfera, poi anche in troposfera, che si ebbero nel mese di gennaio, e non è da escludere che i riflessi possano continuare ancora per un po' di tempo.

Di quanto caleranno le temperature?
Partiamo dal presupposto che la prima decade di febbraio è stata estremamente mite, con anomalie di temperatura media intorno ai 4°C, per cui una sorta di primavera anticipata, e che tutt’ora le temperature sono molto miti. Da giovedì alla mattinata di domenica, alla quota standard di riferimento in libera atmosfera, vale a dire 1500 metri circa, perderemo circa 10-11°C, quindi un calo molto sensibile e anche piuttosto rapido. Tuttavia, ci sono diversi fattori che possono contribuire a contenere marginalmente il calo che di norma si ha in libera atmosfera, come ad esempio la presenza di un contesto prettamente anticiclonico, con massa d’aria riscaldata adiabaticamente grazie alle Alpi Dinariche, e mitigata diabaticamente sorvolando il mare Adriatico che attualmente è molto caldo. Sicuramente le temperature scenderanno bruscamente, ma non aspettiamoci valori glaciali o vicini a quelli che si ebbero in famose ondate di freddo occorse in passato.

Estremi di minime e massime?
Dipende dalle zone e dalla eventuale copertura nevosa. In linea di massima i valori minimi potranno raggiungere un range di -7/-8°C, con qualche picco sui -9°C, nelle zone interne notoriamente più fredde tra domenica e lunedì in caso di cielo sereno e calma di vento; valori più elevati lungo la costa. Qualche grado in meno nel caso in cui si abbia suolo coperto di neve. Le temperature massime saranno comunque superiori allo 0 con il picco più basso nella giornata di sabato, quando presumibilmente sulle pianure e sulla costa non si andrà oltre i +2/+3°C.

Si può parlare di gelo o semplicemente è un'irruzione fredda?
In questo caso appare più appropriata la definizione “irruzione fredda”. Infatti, un’ondata di gelo richiede che le temperature rimangano costantemente al di sotto dello zero per almeno 3 giorni consecutivi su almeno tre quarti del territorio considerato, quindi non sembra il caso di questo episodio. Meglio si addice la definizione “irruzione fredda o ondata di freddo”, che implica un periodo di almeno 3 giorni consecutivi con temperature al di sotto della media climatologica di riferimento di almeno il 10°percentile su almeno tre quarti del territorio.

Si vedrà anche la neve? Quali sono le aree più favorite?
La saccatura in quota di origine artica, nella sua fase di approfondimento verso la nostra penisola aggancerà una piccola onda depressionaria proveniente dalla penisola iberica e dal Mediterraneo occidentale, il cui fronte nuvoloso transiterà tra venerdì pomeriggio e sabato mattina, anche se il target principale sembra essere l’Italia centro-meridionale. Tuttavia, un certo coinvolgimento della nostra regione, sia pure marginale, sembra esserci, per cui tra il pomeriggio-sera di venerdì e il primo mattino di sabato saranno possibili deboli precipitazioni che, dato il raffreddamento atteso, saranno nevose su tutti i rilievi e la pianura pedecollinare incluso l’asse della via Emilia fino a Cesena. Sulla parte più orientale e sulla costa sembra più probabile inizialmente pioggia o pioviggine, ma nella notte e primo mattino di sabato deboli nevicate potrebbero raggiungere anche queste zone. Non sono comunque attesi accumuli di rilievo, in genere qualche centimetro; depositi un po' più consistenti sulla fascia appenninica.

Ci saranno raffiche di vento?
I venti tenderanno a rinforzare da est-nord-est già dalla serata di giovedì, mantenendosi moderati o a tratti forti nelle giornate di venerdì e soprattutto sabato, con particolare riferimento sui rilievi e sulla costa, mentre da domenica tenderanno ad attenuarsi.

Quanto durerà?
La fase fredda ci interesserà per quasi tutta la prossima settimana, anche se il picco nei bassi strati lo avremo nei primi giorni; in ogni caso i valori medi sono attesi al di sotto della norma climatologica per tutta la prossima settimana, specie nelle temperature minime che, pur non raggiungendo valori estremi, saranno spesso inferiori allo zero con gelate diffuse di notte e al primo mattino.

E poi cosa accadrà?
L’incertezza è ancora elevata, ma lo scenario leggermente più confidente indica la possibilità che la predisposizione alla formazione di alte pressioni di blocco possa rinnovarsi nel corso del mese, con effetti ancora da valutare e con ancora riserve sulla effettiva posizione dei blocchi.

Il finale di febbraio sarà primaverile o possiamo attenderci altri episodi freddi?
Delle due soluzioni quella leggermente più probabile sembra la seconda, ovvero la possibilità di qualche altro episodio freddo, naturalmente intervallato da fasi di segno opposto; del resto la stagione oramai avanza.

Una prima linea di tendenza per la primavera?
In questo caso specifichiamo sempre che si tratta di scenari su vasta scala e non di previsioni meteo. Premesso ciò lo scenario d’insieme (ensemble) del modello europeo Ecmwf indica una primavera non molto mite, o almeno non nella misura in cui lo è stata spesso negli ultimi anni, e leggermente più instabile rispetto alla normalità con un segnale più confidente su precipitazioni un poco superiori ai riferimenti climatologici.

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