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Cronaca Meldola

"Richiesta danni da 35 milioni di euro, il Comune ha 3 settimane per pagare"

Alla scadenza del 26 gennaio mancano tre settimane, informa una nota del gruppo Capper-No, da qui l'atto di avvertimento per cui, se il Comune stesso dovesse rimanere inerte, si procederà alla richiesta della nomina di un commissario ad acta

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Nei giorni scorsi il Comune di Meldola ha ricevuto una diffida in merito all'annosa vicenda che ha propria origine nel 1997. Il municipio bidentino si trova ora a dover ottemperare ad una sentenza inappellabile del Consiglio di Stato, massimo organismo giudiziario della giustizia amministrativa, pubblicata lo scorso 26 ottobre e che concedeva 90 giorni di tempo al Comune di Meldola per la sua piena esecuzione. Sentenza che, in definitiva, conferma la richiesta danni da parte di una delle società facenti parte del gruppo Capper-No di Meldola, ammontanti a circa 35 milioni di euro. Alla scadenza del 26 gennaio mancano tre settimane, informa una nota del gruppo Capper-No, da qui l'atto di diffida ricevuto dal Comune di Meldola e l'avvertimento per cui, se il Comune stesso dovesse rimanere inerte, si procederà alla richiesta della nomina di un commissario ad acta, quindi in sostanza un commissario prefettizio che provveda in luogo del Comune. La nota di Capper-No comunica anche di aver presentato un esposto alla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna, per una consulenza legale da  29mila euro da parte del Comune di Meldola.

Ricostruisce la vicenda la società che ha vinto la causa giudiziaria: la vicenda ha origine nel 1997, quando una delle società facenti parte della Capper-no acquista attraverso una pubblica asta un immobile, nel comune di Meldola, di proprietà dello Stato. All'acquisto fa seguito, nello stesso anno, un atto di condono, che porta i 3500 metri quadri da destinazione artigianale-industriale a commerciale. Da allora, una serie di vicende delineano un percorso piuttosto complesso per l'immobile. Nel 2003, in particolare, la Provincia di Forlì-Cesena comunica che l'area non può divenire sede di una medio grande struttura di vendita in mancanza di una valutazione positiva effettuata all'esito dei lavori nella conferenza di servizi indetta dalla Provincia stessa con la partecipazione dei Comuni. Il ricorso della proprietà, rigettato nel 2013 dal Tar dell'Emilia Romagna, viene pienamente accolto dal Consiglio di Stato nell'aprile del 2018. A questo punto, nell'attesa di una proposta definitoria da parte degli enti competenti, la società proprietaria si vede annullare, con un atto del Comune di Meldola in data 8 luglio 2019, il condono già concesso ben 22 anni prima. Nel frattempo, la società richiede i danni, oggi ammontanti a circa 35 milioni di euro, ottenendo risposta positiva attraverso ulteriore sentenza.

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