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Cronaca

Riforma dei quartieri, la reazione dell'Area Nord: "Siamo spiazzati"

I comitati di quartiere reagiscono così alla ridisegnazione della città annunciata da Cintorino

"Siamo spiazzati di fronte alla comunicazione arrivata in conferenza stampa da parte dell'assessore alla Partecipazione Andrea Cintorino. Senza preavviso alcuno, dall'oggi al domani, ci ritroviamo con un Regolamento rinnovato in cui di colpo viene spazzata via la storia di Forlì, con quartieri numericamente dimezzati, con accorpamenti non concordati e fatti con il solo contributo di una toponomastica asettica". I comitati di quartiere di Barisano, Branzolino, Durazzanino, Foro Boario, Malmissole, Pianta - Ospedaletto - Coriano, Pieve Acquedotto, Poggio, Roncadello, San Benedetto, San Giorgio, San Tomè e Villafranca reagiscono così alla ridisegnazione della città annunciata da Cintorino.

"Da mesi stiamo portando avanti con fatica un confronto diretto a preservare l'anima dei quartieri, a non trasformarli in qualcosa di strumentale o inutile, a non accettare la solita frase di intermezzo con la quale si ribadisce sempre che male che vada si potranno comunque istituire delle pro loco, a sentirci ripetere che le persone si sono disaffezionate ai quartieri e quindi andava cambiato qualcosa - viene evidenziato -. Certo, qualcosa si doveva cambiare assolutamente, ad esempio, una su tutte, iniziare ad ascoltarli. E invece no. Veniamo a conoscenza d'un tratto che si è scelto di procedere con un accorpamento, sì, a tratti indubbiamente giusto, ma non se per ottenerlo si deve forzare la mano alle singole comunità. Soprattutto smettiamola di banalizzare il campanilismo e di ridurlo ad arrogante capriccio, parliamone invece come di quell'anima che ha tenuto in vita tante realtà locali e le ha animate quando invece troppa attenzione veniva esclusivamente dedicata ad altre zone della città, chiamiamolo con il suo nome, chiamiamolo identità".

Da qui una serie di interrogativi dei comitati: "Perchè annullarle a fronte peraltro di un percorso nel quale si era scelto di potenziare il numero e il ruolo delle zone a patto di lasciare inalterati i singoli quartieri? Perchè dimezzarli se già si erano volutamente depotenziati pur di continuare ad esistere? Sembrava chiaro, almeno a noi, che la scelta di aumentare il numero delle zone fosse la necessaria premessa per ridurre il filo diretto tra singoli quartieri e amministrazione, filtrato attraverso i coordinamenti di zona in una struttura piramidale che avrebbe snellito il sovraccarico dell'unità di partecipazione (che si sarebbe relazionata direttamente con sole 8 zone anzichè 41 quartieri) e al contempo salvaguardato le singole identità di quartiere ognuna con le loro peculiarità ed equilibri. Perchè diciamolo chiaramente, tanti quartieri spariranno e con loro anche la storia che li ha segnati. Siamo molto amareggiati, abbiamo assistito alla deriva del percorso partecipativo, al punto da farci arrivare a questa domanda, perchè abbiamo perso tempo? Perchè abbiamo tolto tempo alla nostra vita privata e lavorativa per poi essere gambizzati e privati di senso? A cosa è servito?".

"Ad oggi siamo indiscutibilmente stanchi, demotivati e privi di quella energia propositiva che ci ha sempre mosso, ma un'ultima sferzata la vogliamo comunque dare e qui, in questa sede, chiediamo ancora una volta di essere ascoltati, perchè ribadiamo con forza che non è il numero elevato di quartieri che rende arduo il percorso partecipativo, ma l'inefficienza di una struttura incapace di incanalare questa volontà partecipativa e di farla divenire reale e operativa - concludono -. Consigliamo vivamente un po' di sana autocritica e ribadiamo che il modo migliore per cambiare le cose è farlo insieme, non con una cartina e una autoreferenzialità assolutamente imbarazzanti".

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