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Cronaca

Forlivese laureata con lode premiata alla Camera dei Deputati: "I giovani devono essere creativi"

Forlì continua a sfornare talenti e coltivare cervelli. Tra questi c'è Simona Savarino, 25enne, laureatasi alla Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione di Forlì con Lode

Determinazione e forza di volontà. Un cammino di maturazione, che l'ha portata a ricevere prestigiosi riconoscimenti, il primo sin dalle scuole superiori, quando frequentava il Liceo Linguistico, classificandosi al primo posto in un concorso a livello mondiale, la Plume d’or, organizzato dall’Acif, Associazione Culturale Italo Francese di Forlì Cesena, patrocinato dal “Ministère de la Culture et de la Communication” e indetto dall’associazione “Défense de la langue française”, venendo premiata a Parigi. L'ultimo pochi giorni fa a Roma, dove è salita alla Camera dei Deputati per ricevere l'attestato di “professionista accreditato della Fondazione Italia-Usa”, che viene rilasciato ai laureati più meritevoli delle Università Italiane.

Forlì continua a sfornare talenti e coltivare cervelli. Tra questi c'è Simona Savarino, 25enne, laureatasi alla Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione di Forlì con Lode, con una tesi dal titolo “La sosta è breve, testimone fra due generazioni: l’eredità della storia si racconta nella voce dell’audiolibro”, un tributo sotto forma di traduzione in lingua francese, in versione audiolibro, al romanzo scritto dalla nonna, Vittoria Nofri, ambientato nell’Italia della Seconda guerra mondiale.

Il diploma che ha ottenuto le è stato rilasciato insieme all’erogazione di una borsa di studio riservata ai laureati più meritevoli dell’anno 2017, per la frequentazione di un “Master in Global Marketing, Comunicazione & Made in Italy” online, promosso dal Centro Studi Comunicare l’Impresa, la Fondazione Italia-Usa e con la collaborazione del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Quello di Roma non è un punto di arrivo, perché, dice Simona, “mi piacciono le nuove sfide e guardare sempre oltre, poiché il massimo si può superare”. E ai giovani che non riescono a vedere realizzate le loro ambizioni, suggerisce di “considerare il momento di crisi come una sfida ulteriore e stimolante di fronte all'ostacolo, che può spingere a ingegnarsi con maggiore impegno per trovare una soluzione. Insomma essere creativi e aprirsi più porte possibili”.

Cosa hai provato quando sei entrata nella Camera dei Deputati?
La sensazione di entrare in un posto prestigioso, sentire l'importanza del riconoscimento e quindi un senso di soddisfazione personale non solo al primo impatto, ma anche durante la cerimonia, insieme alla consapevolezza di aver raggiunto un importante traguardo.

Quale è stato il tuo percorso di studi?
Ho conseguito la laurea alla Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione, prima quella del percorso triennale, seguita poi dalla laurea magistrale in Interpretazione. L'incontro con le lingue è iniziato con la scelta di frequentare il Liceo Linguistico, ma con l'università ho scoperto una dimensione più ampia, proiettata verso l'internazionale, che ha trovato un suo realizzarsi anche in questa premiazione.

In che cosa consiste la premiazione?
E' incentrata sulla promozione del brand italiano all'estero, il global marketing, la comunicazione e la promozione del Made in Italy, tutte tematiche trattate anche nel master a cui ho avuto la possibilità di accedere gratuitamente.

Un percorso che sta dando i propri frutti...
Mi sento concretamente realizzata nel lavoro che sto facendo adesso, svolgendo un tirocinio presso “La Fabbrica” di Castel Bolognese, specializzata nella produzione ed esportazione della ceramica. Utilizzo la lingua che ho acquisto nel mio percorso di studi, applicandola alla dimensione lavorativa, in questo caso la promozione di un prodotto italiano, il cui prestigio internazionale trova la sua origine in una dimensione locale.

Come è nata la passione per la lingua straniera?
E' partita in realtà dalle scuole medie, dove facevo il bilinguismo. E' stato il primo momento in cui ho avuto la possibilità di rapportarmi con una lingua straniera che non fosse solo l'inglese, studiando il francese. Un'apertura maggiore andando oltre il percorso pre-impostato. Poi ho proseguito col Liceo Linguistico, dove ho approfondito la conoscenza anche dello spagnolo. Una volta entrata nella Scuola Interpreti, ho studiato anche l'arabo per tre anni. Mi ha affascinato la dimensione culturale, ma anche la possibilità di acquisire quasi un'altra dimensione di se stessi tramite un'altra lingua. E al tempo stesso quante interpretazioni pratiche ci possono essere con la conoscenza delle lingue, dall'interpretazione alla traduzione, dal lavoro in azienda al rapporto con l'estero. Scegliere un percorso poliedrico e ricco di sfaccettature, studiando le lingue, può aprire tante possibilità.

L'ultimo riconoscimento che hai ricevuto può essere definito un nuovo punto di partenza...
Mi piacciono le nuove sfide. Io avevo una professoressa alle superiori, Fiorenza Gavelli, che diceva sempre “anche quando ottenete il voto più alto avreste potuto fare meglio”. E questo è stato sempre il mio mantra. Ovvero spingersi sempre oltre, consapevoli che il massimo è sempre superabile. Credo non esista nulla di più appassionante. Questo non vuol dire non essere mai soddisfatti di se stessi, ma sapere che c'è sempre un margine di miglioramento, andando addirittura oltre quelle che sono le normali aspettative degli altri, con la voglia di stupire in primo luogo se stessi.

Che consiglio dai ai giovani che non vedono di buon occhio la scuola?
Di non percepire la scuola come una costrizione ed un obbligo che viene imposto, ma come uno stimolo a esprimere il proprio potenziale. Così è come l’ho vissuta io ed è il tipo di approccio che consiglio. Questo non vuol dire che non sia faticoso, ma si tratta di un tipo di fatica che porta alla soddisfazione personale, quindi non è mai fine a stessa, non è un peso da sopportare passivamente, non vedendo l’ora che finisca per liberarsene, ma un percorso da vivere come occasione per mettersi alla prova e coltivare i propri interessi, mostrando il proprio carattere e la propria grinta. Spesso c'è un problema di mentalità alla base, di valori sbagliati, che vengono inculcati sin da quando si è piccoli, prima ancora di andare a scuola. La realizzazione personale passa maggiormente attraverso la dimensione estetica piuttosto che quella mentale. Intelligenza, bravura e impegno spesso vengono percepiti come sintomo di debolezza. Ecco, è necessario invertire la tendenza nella percezione di questi valori per assistere, a mio avviso, ad un cambiamento di questo trend sociale soprattutto fra i giovani.

Il problema disoccupazione è tangibile. Cosa deve fare un giovane per superare le difficoltà?
A livello lavorativo bisogna essere creativi e aprirsi più porte possibili. Io ho lavorato applicando la conoscenza delle lingue, ma sono stata impegnata anche in ambiti che non avevo mai conosciuto prima e che comportavano la necessità di mettere in gioco altre conoscenze e competenze. Bisogna sapersi inventare, avere una certa agilità mentale e voglia di imparare sempre. Una cosa triste di oggi è vedere tanti giovani disillusi e privi di interesse. Invece bisognerebbe vivere il momento di crisi come una sfida ulteriore e stimolante di fronte all'ostacolo, cercando di ingegnarsi con maggiore impegno per trovare una soluzione.

La tua determinazione dove nasce?
Dalla voglia di dimostrare a me stessa che posso superare il mio limite. Mi affascina la possibilità di sapermi migliorare e crescere come persona. Ovviamente aiuta anche ricevere gratificazioni e imparare a non lasciarsi abbattere di fronte alle difficoltà.

Ti sei costruita da sola?
Ho avuto il supporto dei miei genitori, che mi sono stati sempre vicino e sono stati sempre orgogliosi di me, forse mostrando più loro ammirazione verso i miei traguardi di quanto non lo facessi io con me stessa, sono sempre stata infatti molto umile. Sicuramente quando si cerca di dare sempre il massimo si ha paura di deludere le aspettative degli altri, ma alla fine bisogna essere consapevoli del fatto che lo si fa soprattutto per se stessi.

Qual è il tuo sogno?
Trovare un lavoro che possa farmi sentire realizzata. Già dove lavoro adesso sono stata messa alla prova e questo mi ha aiutato a crescere. Il mio obiettivo è lavorare in un'azienda a livello di commerciale estero, ma non mi voglio precludere altre possibilità. Io ho studiato da interprete e quindi non voglio scartare anche questa ipotesi. Alla fine è un percorso che si costruisce passo dopo passo. Intanto vivo questa esperienza e vedo dove può portarmi. Comunque vada mi ha specializzato in un determinato settore ed è un tassello in più che si aggiunge alla mia formazione e soprattutto alla mia persona.

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