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Cronaca

Padre accoltellato alla gola dal figlio, l'anziano è fuori pericolo. Il 51enne è in carcere per tentato omicidio

 A dare l'allarme sono stati i familiari, che hanno bloccato e disarmato l'uomo all'interno dell'abitazione del padre, dove è avvenuto il fatto. Al momento dell'aggressione era presente anche la compagna del padre

E' stata sciolta la prognosi per Sergio Tozzi, il 73enne vittima del tentativo di omicidio da parte del figlio Stefano nella serata di giovedì nella frazione di Barisano. Portato all'ospedale Bufalini di Cesena con un codice di massima gravità  a causa di una serie di fendenti scagliati con un coltello - di cui uno alla gola che gli ha causato una copiosa perdita di sangue -, le successive cure dei medici hanno permesso di salvargli la vita e di definire una prognosi di 20 giorni, dichiarandolo così fuori dall'immediato pericolo di vita. La vittima sarebbe anche tornata in grado di parlare, ed essendo vigile non si esclude che sarà sentita dagli inquirenti a breve. Anche se il quadro del delitto è ormai definito da tanti elementi di prova, tra cui i testimoni oculari che hanno provato a bloccare la furia omicida di Stefano Tozzi, 51 anni. L'uomo si trova attualmente al carcere della Rocca con l'accusa di tentato omicidio.

La violenza è scattata intorno alle 19, all'interno dell'azienda agricola "Tozzi Frutta" di via Zampeschi, dove vive Sergio Tozzi assieme alla compagna e ad altri due figli e relative famiglie. In quel momento i familiari erano presente nello stabile, mentre erano nelle adiacenze anche alcuni operai agricoli intenti alle ultime lavorazioni nel magazzino che è attiguo alla casa colonica. Secondo quanto è stato ricostruito, senza una particolare lite precedente, nel figlio è scattata la furia nei confronti del padre, colpito da 2-3 coltellate, di cui almeno una alla gola. Al vaglio degli inquirenti da dove provenga il coltello. Indaga il personale della Squadra Mobile, diretti dal dirigente Enzo Tarquini, e dell'Ufficio Prevenzione Generale, diretti dal commissario Stefano Santandrea, sotto il coordinamento del pm Federica Messina. A determinare il tentativo di omicidio sarebbero stati, invece, i cattivi rapporti interpersonali tra padre e figlio, che si erano deteriorati da tempo.

 A dare l'allarme sono stati i familiari, che hanno bloccato e disarmato l'uomo all'interno dell'abitazione del padre, dove è avvenuto il fatto. Al momento dell'aggressione era presente anche la compagna del padre, ma la furia si è diretta esclusivamente contro quest'ultimo. Bloccato dagli altri fratelli, l'uomo si è subito consegnato a loro. Pare che nell'intenzione dell'aggressore ci fosse anche quella del suicidio: ad avvalorare questa ipotesi la presenza di una corda annodata in un vicino casolare di famiglia ed appesa ad una trave. Stefano Tozzi vive con la sua compagna a San Pietro in Vincoli, nel Ravennate e risulta una suo accesso recente per motivi psichiatrici all'ospedale di Ravenna. Secondo le prime informazioni soffriva di uno stato di depressione che si era conclamato solo di recente

Difeso dall'avvocato Fabrizio Ragni del Foro di Forlì, Tozzi si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'immediatezza del fatto, una volta portato in Questura e messo sotto torchio dai poliziotti. E' stata quindi formalizzata l'accusa di tentato omicidio ed è stato condotto in carcere. L'udienza di convalida dell'arresto è fissata per sabato mattina. Fin dalle prime fasi processuali è probabile che la difesa si avvarrà della tesi dell'infermità psichiatrica sulla base delle carte mediche e dell'assunzione di farmaci diretti a contrastare la depressione. 

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