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Uccisa perché voleva la libertà, a Forlì un giardino nel ricordo di Saman Abbas: "E' la prima intitolazione in Italia"

La decisione, spiega il sindaco Gian Luca Zattini, è stata presa affinchè "il sacrificio di Saman sia monito per tutti e ci ricordi che ogni tipo di violenza contro le donne è inaccettabile"

Un'area verde, nel cuore del centro di Forlì, in memoria di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana uccisa nella primavera del 2021 - secondo la Procura di Reggio Emilia dopo il suo rifiuto a un matrimonio combinato in Pakistan - e il cui corpo venne ritrovato più di un anno dopo, il 18 novembre del 2022, in un casolare abbandonato nella zona di Novellara. Lo ha deciso la Commissione Toponomastica riunitasi giovedì. La decisione, spiega il sindaco Gian Luca Zattini, è stata presa affinchè "il sacrificio di Saman sia monito per tutti e ci ricordi che ogni tipo di violenza contro le donne è inaccettabile".

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L'area verde scelta è quella con accesso da Piazza Ordelaffi e via Fiorini e si chiamerà “Giardino Saman Abbas”, "simbolo della Libertà di scelta come diritto inviolabile di tutte le donne". "A lei e a tutte le donne del nostro Paese, Forlì dedica questo gesto simbolico, ma potente, per lanciare un messaggio forte e chiaro in difesa di quei principi di libertà, autodeterminazione e dignità della persona in quanto valori fondanti della nostra Costituzione", afferma il primo cittadino. Si tratterebbe, secondo fonti del Comune, "della prima intitolazione in memoria di Saman". 

La vicenda giudiziaria

Lo scorso dicembre i genitori della 18enne sono stati riconosciuti colpevoli dell'omicidio, come lo zio. Per i primi, condannati all'ergastolo, è stata riconosciuta la sola aggravante del rapporto di discendenza, mentre è caduta per tutti quella della premeditazione. Lo zio dovrà scontare 14 anni di reclusione. Pur essendo stato riconosciuto autore materiale dell'omicidio della ragazza, ha beneficiato dello sconto di pena dovuto al rito abbreviato anche se i giudici glielo avevano negato. Questo perchè, aveva spiegato il suo difensore, Liborio Cataliotti, sono venute meno le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili che avrebbero impedito il rito, e sono state riconosciute le attenuanti generiche.Assolti invece i cugini, per i quali c'era una richiesta di condanna a 26 anni di carcere

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