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Fondazione, i Verdi: "No a Pinza, è una scelta di continuità"

Con una nuova conferenza stampa dopo quella nella quale si chiedevano le primarie, i Verdi dicono ‘no’ a Roberto Pinza alla presidenza della Fondazione Cassa dei Risparmi

Con una nuova conferenza stampa dopo quella nella quale si chiedevano le primarie, i Verdi dicono ‘no’ a Roberto Pinza alla presidenza della Fondazione Cassa dei Risparmi. I Verdi lamentano il fatto che la scelta di Pinza è in continuità con quella di cedere la maggioranza della banca forlivese a Intesa-SanPaolo, scelta che i Verdi contestano alla radice, sostenendo che essa si era tradotta in un danno per la realtà economica e sociale del nostro territorio.

Dice Sauro Turroni, ex senatore dei Verdi: “Le tautologiche affermazioni tendenti a smentire questo ormai incontrovertibile dato, su cui abbiamo in precedenza fornito dati assai significativi, a cominciare dalle intollerabili imperative richieste di rientro anche per poche decine di euro per clienti solvibilissimi e l’ancor più grave restrizione negli affidi, maggiore che in altri istituti, con una limitazione per le decisioni  che possono essere assunte a livello locale a soli 500 mila euro di finanziamenti”.

Sempre Turroni: “Poche voci avevano con lucidità previsto tutto questo : fra esse ci piace ricordare le parole dell’onorevole Servadei che con nettezza, rintuzzando le dichiarazioni favorevoli alla vendita dell’on Pinza e di Dolcini così scriveva nel 2005: ‘Ciò che evidenzia la consapevolezza che, sacrificare la Cassa per le maggiori fortune della Fondazione e dei relativi dirigenti, non è un responsabile "gioco di squadra" a favore della comunità rappresentata. L'esatto contrario di quanto sta accadendo a Forlì, in una visione totalmente di parte, che disconosce il ruolo assolutamente prioritario per la vita economico-sociale locale della Banca e nella persino ridicola pretesa che il ruolo localistico della nostra Cassa si salvaguardi non rafforzando i suoi vincoli locali, non emettendo nuovo capitale sociale per i risparmiatori forlivesi (come è ripetutamente accaduto in questo periodo in zone a noi vicinissime ad opera di istituti consimili), bensì vendendola a chi, nei propri piani, dichiara lealmente di essere alla ricerca di nuovi sportelli avviati, attraverso i quali realizzare nuovo risparmio da investire indifferentemente in Italia ed all'estero secondo la propria soggettiva convenienza e moltiplicare l'uso dei propri servizi’”.

E ancora contestando, dice Turroni: “Nessuna seria risposta , fatte salve le solite autocelebrative dichiarazioni volte a magnificare la grande mole di risorse guadagnate dalla Fonazione grazie alla alienazione della Cassa dei Risparmi, che però , come aveva previsto Servadei , hanno prodotto ” le maggiori fortune della Fondazione e dei relativi dirigenti” , come dai Verdi puntualmente (anche se solo parzialmente purtroppo) dimostrato”.

Quindi le conclusioni: “Chi ha voluto assolutamente vendere la Cassa? Chi ha voluto venderla a Intesa San Paolo?   E’ candidabile al ruolo di Presidente della Fondazione? Infatti tutta la collettività dovrà chiedersi se sia compatibile con la carica di prossimo Presidente della Fondazione chi ha avuto un ruolo importante nella vendita della Cassa  a  Intesa San Paolo, impoverendo enormemente il territorio forlivese”.

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