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Calderoni: "La civica 'Forlì e Co' ci sarà nel 2024? Un senso ce l'ha. Candidato sindaco? Non sono pentito"

“Forlì e Co” ci sarà come lista civica alle prossime elezioni comunali? Con l'approssimarsi della scadenza elettorale per il rinnovo dell'amministrazione comunale iniziano a notarsi dei movimenti nella politica forlivese

“Forlì e Co” ci sarà come lista civica alle prossime elezioni comunali? Con l'approssimarsi della scadenza elettorale per il rinnovo dell'amministrazione comunale iniziano a notarsi dei movimenti nella politica forlivese, che poco meno di quattro anni fa vide lo storico “ribaltone” con il passaggio del centro-destra alla guida della città, dopo quasi 50 anni di amministrazioni di centro-sinistra.

“E' presto per dire se ci sarà una lista civica, se sarà presente come lista o come soggetto politico-culturale, anche perché vorremmo essere parte integrante di un processo più ampio per la costruzione di un'alternativa di centro-sinistra ”, spiegano i due consiglieri della lista civica Giorgio Calderoni e Federico Morgagni, rispondendo sul futuro della civica.

 “Forlì e Co” - è bene ricordare – è la ricaduta politica in Consiglio comunale della scelta del Pd, alle ultime elezioni, di affidarsi ad un candidato sindaco indipendente, Giorgio Calderoni, in quel momento fresco di pensionamento dal suo ruolo di giudice al Consiglio di Stato, la massima autorità italiana della giustizia amministrativa. La lista, ora principale alleato del Pd in Consiglio comunale in termini numerici, non ha mancato in passato di condurre, però, battaglie proprie, anche slegate dal Pd stesso (ultima delle quali per esempio quella relativa alle presunte assenze ingiustificate della consigliera dem Sara Samorì, ora passata al Gruppo Misto con l'arrivo di Elly Schlein alla segreteria nazionale), agendo così con le mani più libere rispetto ai vincoli dell'avere un partito che detta la linea al gruppo consigliare di riferimento.

Calderoni, a sua volta, venne candidato sindaco gli ultimi due mesi prima delle elezioni in quanto il Pd (in quel momento diviso dalla contrapposizione vecchia-nuova guardia, nonché diviso sulla valutazione del lavoro della giunta di Davide Drei) non riusciva a trovare un proprio candidato e aveva ricevuto diversi dinieghi, tra cui quello per esempio di Gabriele Zelli, che poi in un'intervista spiegherà che non aveva trovato persone di sua fiducia che gli garantissero piena disponibilità come assessori, in caso di elezione. Calderoni, però, non aveva fatto attività politica recente in città, per cui alla grande maggioranza degli elettori arrivò come un volto sconosciuto. Dopo 4 anni dalle elezioni non si può più dire lo stesso. 

“Vorremmo essere parte di un processo più ampio della costruzione di un'alternativa, anche perché lo sappiamo, e lo sappiamo abbastanza bene, cosa significa trovarsi a tre mesi dalle elezioni senza un candidato...”, riprendono Morgagni e Calderoni, parlando a margine della presentazione di tre incontri politici su Pug, quartieri e 'Miglio bianco'.

Giorgio Calderoni, che bilancio di quell'esperienza?
“E' presto per fare un bilancio della lista civica, ma posso dire che una presenza civica un senso l'ha avuto e lo avrebbe anche nella prossima consiliatura, sia in un centro-sinistra di maggioranza, come ci auguriamo, o di opposizione”.

Lei venne 'sballottato' a due mesi dalle elezioni nel ruolo apicale di candidato sindaco. Lo rifarebbe di accettare una candidatura simile?
“Sì lo rifarei, anche se avrei preferito farlo un po' meno al buio. Ma i tempi e le condizioni erano quelli”.

Scusi la brutalità della domanda, non si è sentito 'usato' politicamente?
“No, usato no.  Era una scelta al buio, è vero, il Pd veniva da una serie di rifiuti e non me la sentii all'epoca di dire 'No' quando mi venne proposta la candidatura, tra l'altro in modo un po' criptico. Avrò fatto degli errori, non sono perfetto, ma  ora guardo a cosa trarre da quell'esperienza in vista del 2024”.

L'ultima 'battaglia solitaria' della sua lista civica, all'ultimo consiglio comunale, è stata quella di chiedere un voto formale del Consiglio sulla decadenza della consigliera ex Pd Sara Samorì, che in teoria sarebbe sua compagna di schieramento, per via delle troppe assenze non giustificate nelle sedute del Consiglio. Anche politicamente parlando, il 'Terzo polo', dove pare confluirà Samorì, sarà conteso da entrambi gli schieramenti alle prossime elezioni.
“Quello che non mi piace sono i 'due pesi e due misure'. Nel recente regolamento delle attività commerciali abbiamo inserito una misura dura come la decadenza dall'assegnazione degli spazi per quegli ambulanti che risultano assenti in modo ingiustificato per 30 giorni consecutivi o che fanno 60 assenze nel corso dell'anno. Poi succede che una consigliera risulta assente in consiglio, sotto due parametri previsti dallo Statuto comunale, sia per assenze consecutive sia per il totale di assenze non giustificate nel corso dell'anno e non ne chiediamo conto. In un caso è quello che applichiamo ai cittadini, nell'altro quello che la classe politica applica a se stessa, da una parte severità dall'altra si traccheggia nel dare corso a quanto previsto nello Statuto. Lo dico nell'interesse dell'amministrazione e della consigliera stessa, ma mi rendo conto nel farlo di essere anomalo rispetto a certe logiche politiche, anche locali”.

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