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Nuovo decreto, Di Maio: "Si permetta alle palestre che sono in regola di lavorare"

"Non possiamo che esprimere preoccupazione anche per la volontà di intervenire in modo massiccio sulle palestre"

"Il rialzo dei contagi preoccupa tutti, ma bisogna far tesoro dell'esperienza dei mesi passati e tener presente che una chiusura generalizzata delle attività o di una parte di essere, avrebbe effetti devastanti sull'economia e sulla vita delle nostre città. Bene che il Governo abbia già smentito la volontà di chiusura centri estetici e acconciatori, ma non possiamo che esprimere preoccupazione anche per la volontà di intervenire in modo massiccio sulle palestre". Lo afferma il parlamentare romagnolo Marco Di Maio a proposito delle ipotesi che riguardano il nuovo decreto sulle ulteriori restrizioni a cui starebbe pensando il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. 

"Si rafforzino i controlli e si sanzioni pesantemente chi non rispetta le regole - afferma -, ma non mettiamo in ginocchio piccoli imprenditori che oltre al crollo di fatturato hanno dovuto gestire anche le spese aggiuntive per la sanificazione degli ambienti, l'adeguamento alle norme anti-Covid e la revisione degli spazi. Vale per tutte le attività: chi si è adeguato, chi ha speso soldi, chi è ripartito in sicurezza e nel rispetto delle norme, deve poter continuare a lavorare. Chi sbaglia e mette a rischio la propria salute e, soprattutto, quella degli altri deve essere punito".

"La risposta che va data alla seconda ondata di contagi non è la chiusura, ma la convivenza intelligente col virus - sostiene Marco Di Maio -: più tamponi, più controlli, più vaccini antinfluenzali, più personale dedicato, spazi alternativi dove assicurare ai positivi di svolgere il periodo di quarantena lontani da casa e in sicurezza, investimenti per garantire che le prestazioni sanitarie ordinarie continuino ad essere erogate. E insisto: prendiamo i soldi del Mes, ci servono come il pane e se anzichè le inutili polemiche e tentennamenti dei mesi scorsi avessimo preso quelle risorse, probabilmente oggi il Paese sarebbe meglio attrezzato. Siamo ancora in tempo: non sprechiamo questa opportunità". 

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