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Ambiente

Rifiuti, Europa Verde boccia il piano regionale: "Nessuna conversione ecologica, si torna al passato"

Così gli esponenti provinciali di Europa Verde, Alessandro Ronchi e Cristina Mengozzi

Il piano dei rifiuti approvato martedì dall'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna "rappresenta un ritorno al passato, dal quale evidentemente non ci si riesce a slegare, a partire dai dati utilizzati che sono ancora del 2019". Così gli esponenti provinciali di Europa Verde, Alessandro Ronchi e Cristina Mengozzi. "Il cuore del problema è l’idea che i rifiuti debbano per forza aumentare in proporzione al Pil, nonostante gli ultimi 10 anni dimostrino che non sia così - esordiscono -. L’economia del futuro dovrà essere circolare. Dobbiamo evitare il più possibile di scartare o bruciare materie prime, e puntare il più possibile alla riduzione dei rifiuti alla fonte: occorre ridurre lo spreco di plastica, azzerare l’usa e getta, ripensare ad una moda che non porti direttamente dalla cassa alla spazzatura".

"Gli obiettivi che pone il piano come rifiuti non riciclati pro-capite sono peggiori di quanto già raggiunto dalla nostra provincia da anni, e nulla si prevede né come chiusura di inceneritori né come riduzione dei quantitativi bruciati - proseguono Ronchi e Mengozzi -. Una beffa per i cittadini virtuosi: meglio vi comportate, più importerete rifiuti dai comuni con i risultati peggiori. Noi di Europa Verde continuiamo a proporre l’estensione della tariffa puntuale in tutta la regione con una raccolta porta a porta di qualità: solo così potremo ridurre e chiudere gli inceneritori. Se lo avessimo fatto già dal 2004, quando organizzammo incontri pubblici sul tema, quello di Forlì non sarebbe mai stato costruito. Le tariffe devono premiare chi produce meno rifiuti da incenerire, ma il piano rinvia ulteriormente l’obbligo di passare alla tariffa puntuale al 2024".

"Il confronto tra comuni in regione è imbarazzante e le cause sono evidenti - sostengono gli ambientalisti -. dove la gestione è rimasta a chi ha in mano sia la raccolta sia gli impianti non c’è interesse a fare di meglio, tanto il prezzo lo pagano sempre i cittadini. Bonaccini stesso già nel 2015 aveva promesso che una volta raggiunto il 73% di raccolta differenziata ed una riduzione del 20% di rifiuti avremmo potuto chiudere l’inceneritore di Hera: a Forlì siamo arrivati all’82,38% con una riduzione del 30% dei rifiuti totali, ed il risultato è un aumento dei flussi dalle altre province. Noi continueremo a batterci per città pulite, con meno rifiuti e più qualità dell’aria, meno plastica e più economia circolare, meno greenwashing e più riconversione ecologica reale".

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