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Sanità, Ragni (FdI): "Lunghe liste d'attesa per visite ed esami"

A dirlo è Fabrizio Ragni, vicecoordinatore provinciale di Fratelli d'Italia responsabile per il comprensorio forlivese

"Oltre ai disagi patiti dagli utenti del pronto soccorso di Forlì che abbiamo più volte segnalato dobbiamo purtroppo aggiungere il problema mai risolto delle liste d'attesa per le visite specialistiche. Soltanto per citare il caso segnalatoci da un cittadino: alcuni mesi d'attesa per volgere una visita oculistica e controllo campo visivo per rinnovo patente. E gli esempi dei tempi lunghi  in altri settori della diagnostica non mancano". A dirlo è Fabrizio Ragni, vicecoordinatore provinciale di Fratelli d'Italia responsabile per il comprensorio forlivese.

“La pandemia ha accentuato i problemi del servizio sanitario dell'Emilia-Romagna - sostiene Ragni -: non soltanto il problema delle lunghe liste d'attesa per visite, esami e interventi chirurgici, ma anche il caso degli ambulatori ospedalieri che assicurano solo le urgenze, il problema tecnico in Area Vasta per la 'lettura' da un ospedale cittadino all'altro delle cartelle sanitarie dei pazienti a causa dei diversi modelli telematici e l'endemica questione della riduzione dei posti letto e della carenza del personale".

“La salute è un bene comune ed un diritto che il servizio sanitario pubblico deve assicurare in misura eguale a ogni persona - prosegue il vicecoordinatore provinciale di Fratelli d'Italia -. Le scelte politiche e organizzative, tutti in capo ad una governance regionale di centrosinistra e mal sostenuta dalle scelte governative, hanno provocato negli ultimi decenni, nel sistema sanitario pubblico oltre al taglio di posti letto e la diminuzione delle prestazioni erogate ai cittadini, anche la chiusura dei cosiddetti piccoli ospedali della Romagna, l'insufficiente dotazione di personale e lo svuotamento dei servizi nel territorio: si pensi soltanto alla carenza dei medici di famiglia nel turnover tra pensionati e nuovi ingressi".

"Detto questo, la giunta regionale Bonaccini ha varato questa estate nel silenzio generale un progetto di legge che introduce la figura del 'direttore assistenziale' per le 12 aziende sanitarie regionali - ricorda -. Quella che gli stessi sindacati dei medici dell'Emilia-Romagna hanno bollato come: "la creazione di 15 nuove poltrone, con relativi staff di supporto, a elevato costo e senza alcun beneficio concreto per la collettività". Parliamo di una figura dirigenziale collegata al direttore generale e con delega all' organizzare del lavoro dei medici. Dunque un ruolo chiave, strategico. A nostro parere, invece, la priorità per le politiche sanitarie regionali dovrebbe essere un'altra, piuttosto che la creazione di nuove figure dirigenziali. Ovvero, risolvere le criticità: liste di attesa interminabili per visite e interventi chirurgici non più procrastinabili, intere zone sguarnite di medici di medicina generale, aree in carenza di ambulanze e medici 118 e Case della salute che non potranno sostituire mai un servizio ospedaliero. E non potrà certo essere il rimedio a questi 'mali'  la creazione di 15 nuovi direttori assistenziali, con relativo esborso di soldi pubblici. Mentre, concretamente per medici, infermieri e tecnici sanitari non ci sono reali miglioramenti in termini economici o di qualità del lavoro che si deve confrontare con le note carenze di organico".

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