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Taglio dell'automedica, dalla Regione nessun passo indietro: "Punta dell'iceberg di un sistema che va rivisto"

“C’è qualcosa nella gestione della nostra Ausl e in quella delle sue risorse umane che si è ingessato, arrugginito, provocando situazioni come questa", tuona Pompignoli

Nessun passo indietro nemmeno da parte dell’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, sollecitato martedì mattina in assemblea legislativa sulla soppressione dell’automedica Mike 42 dal consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli. "Mi sarei aspettato più coraggio da parte dell’Assessore Donini in risposta alla mia interrogazione e meno giri di parole - esordisce Pompignoli -. Qui stiamo parlando di una riorganizzazione dei servizi di soccorso pre-ospedalieri decisa in camera caritatis da un tecnico nominato dal Pd, che ha dimostrato un’assoluta mancanza di rispetto per i nostri cittadini e ancor meno sensibilità per tutti i sindaci del comprensorio forlivese che hanno legittimamente protestato per una decisione presa alle loro spalle e mai concordata".

"Ma c’è di più - prosegue l'esponente della Lega -. È evidente che la soppressione improvvisa di un presidio medico concreto, efficace ed efficiente, è solo la punta dell’iceberg di un sistema che va rivisto, figlio di scelte politiche regionali sbagliate, di un approccio basato sui numeri e mai sulle persone, di bilanci in bilico e di tagli lineari alla sanità pubblica romagnola che non sono certamente di oggi, ma di 10,20 anni fa. Insomma, è nella gestazione del problema che va ricercata la sua vera causa. Ognuno di noi ricorda da dove nasce l’Ausl di Romagna e quel buco milionario (58 milioni) dell'Ausl di Forlì, che emerse nel 2009 e che poi fu ripianato dai noi forlivesi con un piano di rientro a suon di razionalizzazioni e taglio dei servizi".

“C’è qualcosa nella gestione della nostra Ausl e in quella delle sue risorse umane che si è ingessato, arrugginito, provocando situazioni come questa, che vanno oltre la concreta disponibilità di medici e professionisti, a cui rivolgiamo il nostro infinito grazie. È qui - conclude il leghista - che va ricercato e analizzato il vero problema della sanità romagnola. Non in quei capri espiatori che la sinistra cerca di individuare perdendo di vista il senso di questa battaglia che ha unito sindaci e amministratori locali di ogni colore identità politica”. Nella replica Donini ha chiarito "come questa riorganizzazione e le linee di intervento siano stati presentati agli enti locali e ai distretti". Nello specifico, ha ribadito che “questa rimodulazione è urgente per mantenere la migliore performance operativa sui territori, in particolare in questa fase in cui il personale medico è carente”. La misura, ha aggiunto, “non ha nulla a che vedere con ragioni finanziarie, in quanto su servizi come emergenza e urgenza le risorse resteranno invariate”.

Sulla questione interviene anche Fratelli d'Italia: "La pervicacia con cui il direttore generale della Ausl Romagna difende la scelta di cancellare un auto medica nel territorio forlivese è davvero preoccupante, tenuto conto che la decisa contrarietà nei confronti di questa scelta è palese e trasversale, proveniente sia dall’ambiente medico e sanitario sia dai 15 amministratori locali di ogni schieramento politico che compongono il territorio vasto interessato dalla decisione. Non convincono le risposte fornite dalla Azienda, la quale nega motivazioni di carattere economico e si rifà a performance e numeri che non rispondono assolutamente nè a criteri dettati dalle norme e neppure alle esigenze del territorio. E in merito a questa vicenda, non ha convinto questa mattina neppure l’assessore Donini, il quale si è nascosto ancora una volta all'ombra della carenza di personale e rendendo ancora una volta palese la portata e gravità dei tagli effettuati, mentre per trovare la soluzione occorrerebbe confrontarsi con i medici che svolgono questo servizio di concerto con quelli del Pronto Soccorso, come da tempo caldeggiamo".

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