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Taglio dell'auto medica, Forlì tuona: "La Romagna non è figlia di un dio minore"

Il Consiglio comunale ha discusso la mozione della Lega di tornare indietro sul taglio della automedica di Meldola

La Romagna "da tempo è stata dimenticata dalla Regione, mancano dagli 80 ai 120 milioni di euro alla nostra sanità ogni anno". Per cui "il tema vero è quello del riequilibrio dei conti". Lo sottolinea il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini mentre lunedì pomeriggio il Consiglio comunale è impegnato a discutere la mozione della Lega di tornare indietro sul taglio della automedica di Meldola. Mozione in merito alla quale vengono respinti gli emendamenti proposti dalla minoranza a parte quello di Italia Viva.

Da Meldola il sindaco del piccolo Comune romagnolo Roberto Cavallucci intanto conferma le sue dimissioni dall'Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale-sanitaria. Sostenuto dai 14 colleghi del comprensorio nella contrarietà al progetto. Dall'ultima riunione, riporta Zattini, d'altronde "non arrivano aperture a ripensamenti sulla decisione". Tuttavia, si fa ottimista, "per la vicenda serve una conclusione diversa e se il territorio è unito potremo ottenere il risultato. Capisco- aggiunge- l'esigenza" di ristrutturare l'emergenza, argomenta il primo cittadino forlivese, "non ci sono medici": nel Pronto soccorso cittadino ci sono per esempio 13 unità sulle 26 minime necessarie. Tuttavia Zattini non condivide il taglio dell'auto medica così come l'eliminazione del numero chiuso alle facoltà di Medicina, "va rimodulato il percorso, i numeri vanno rivisti". A partire da quelli che Viale Aldo Moro assegna alla Romagna per la sanità. L'aula ci prova a trovare una posizione condivisa. Anche se il Partito democratico vorrebbe sia presentare una seconda mozione sia che fosse una commissione con audizione dei vertici di Ausl Romagna a portare a un documento condiviso. 

"Niente strumentalizzazioni", ribatte la Lega, si tratta di rispondere a una semplice domanda: "Favorevoli o no al taglio dell'automedica". Albert Bentivogli del Carroccio sottolinea che "sembra non ci siano speranze, ma noi perseveriamo", mentre Fabrizio Ragni di Fratelli d'Italia, dopo il flash mob del partito di fronte alla Provincia, definisce la scelta "scellerata". Invece, chiosa, per il presidente della Provincia Enzo Lattuca è "giusta, dato che per il distretto di Cesena sono tre le auto mediche". La Regione, aggiunge Lauro Biondi di Forza Italia, "guarda alla Romagna con gli occhi del parente povero", serve un incontro con il presidente Stefano Bonaccini. Per il Movimento 5 Stelle il taglio dell'auto medica non deve avvenire, "se non in caso a programma di ristrutturazione dell'emergenza completato". Mentre il capogruppo dem Soufian Hafi Alemani sottolinea la necessità di chiedere un piano alternativo: "Serve la comune volontà di trovare la quadra". Dello stesso avviso il collega di Forlì e co Federico Morgagni: "Siamo tutti sensibili alla tematica, facciamo uno sforzo per trovare unità. (fonte Dire)

Il gruppo consiliare della Lega

La mozione ha ottenuto il sì di tutti i gruppi di maggioranza oltre a quelli di Italia Viva e Movimento 5 Stelle. “Questa è una battaglia di tutti, fatta per rendere giustizia ai cittadini e agli amministratori locali del territorio forlivese, di qualunque colore essi siano - spiegano dal gruppo consiliare della Lega -. C’è qualcuno però che non ha ancora capito la portata di questa decisione e continua ad aggrapparsi a sterili polemiche, tendando di dribblare evidenti responsabilità. La soppressione della Mike 42 non riguarda solo Meldola; è una decisione che impatta su tre vallate, 1100 chilometri quadrati di territorio urbano, collinare e montano e centinaia di miglia di cittadini. Non solo, il progetto di rimodulazione del sistema di soccorso pre-ospedaliero tanto decantato dal direttore generale dell’Ausl unica di Romagna, Tiziano Carradori, pone il nostro comprensorio in una situazione di evidente squilibrio rispetto a quello cesenate, riminese e ravvenate. Per questo motivo con la presentazione di questo documento abbiamo voluto ribadire la nostra contrarietà a un progetto mai condiviso con i sindaci del forlivese e dagli stessi più volte contestato. Ci spiace che non tutti i nostri colleghi abbiamo condiviso la bontà di questo provvedimento e si siano astenuti sollevando questioni strumentali che poco si addicono a una battaglia che dovrebbe unire e mai dividere".

Italia Viva

"Riteniamo che la battaglia che il territorio sta conducendo in maniera unitaria per chiedere il ripristino del servizio dell'auto medicalizzata nel Forlivese, meriti di essere sostenuta - dichiara il consigliere comunale di Italia Viva a Forlì, Massimo Marchi -. Non per una ragione di campanile, ma perchè è un segnale sbagliato che arriva ai cittadini al territorio. Se si devono fare risparmi e mettere in discussione delle scelte, andrebbe fatta un'analisi su altre scelte molto più costose di una 'Mike'. Per questo con spirito costruttivo abbiamo voluto contribuire all'ordine del giorno proposto in consiglio comunale con un nostro emendamento, l'unico accolto dal Consiglio, mettendo da parte gli steccati tra maggioranza e opposizione per lavorare nell'interesse della città e del territorio".  

"Il nostro emendamento ha permesso di evidenziare il gesto simbolico e forte compiuto dal sindaco di Meldola, Roberto Cavallucci, di dimettersi dall'ufficio di presidenza della Conferenza socio sanitaria - afferma Marchi - inspiegabilmente ignorato dai rappresentanti del suo stesso partito, trincerati dietro a una difesa d'ufficio dell'Ausl Romagna. Addirittura abbiamo assistito a una presa di distanza del presidente della Provincia che ha smentito la metà del territorio di cui è presidente, sconfessando la nota congiunta e trasversale dei 15 sindaci del comprensorio forlivese. Di fronte tutto questo ha fatto bene Cavallucci a compiere la scelta che ha fatto".

"Attenzione - precisa Marchi - abbiamo il massimo rispetto per i tecnici e i dirigenti dell'Ausl, soprattutto per migliaia di persone che fanno della nostra sanità un'eccellenza nazionale e internazionale; ma se la politica ha ancora una funzione e vuole esercitarla, quell'auto medicalizzata deve rimanere operativa nel Forlivese. Ci sono altri modi attraverso i quali l'Ausl può compiere i necessari risparmi o ottimizzare il personale: è la politica, se ha coraggio e consapevolezza del proprio ruolo, a dare l'indirizzo ai tecnici e non il contrario".  

"Qui non si mette in discussione una tesi scientifica o la validità di una terapia - conclude Marchi - ma una scelta organizzativa che ha dell'incomprensibile. Se vogliamo discutere più in generale del presente e del futuro della nostra sanità facciamolo, ma in un consiglio comunale aperto, con posizioni trasparenti e accessibili a tutti. Non nel chiuso di una stanza".

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