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La patrona

Forlì celebra la patrona, il vescovo: “L’acqua non ha spento il fuoco della fraternità e della solidarietà”

In particolare, in questa giornata tanto importante per Forlì e diocesi "il Signore chiede a noi di aprire il nostro cuore e di offrire la nostra vita per la salvezza del mondo, per renderlo migliore”

Sono passati quasi seicento anni da quel 4 febbraio 1428, data in cui si registrò il prodigio della Madonna del Fuoco, quell’incendio che devastò una piccola scuola forlivese pur lasciando intaccata una preziosa immagine mariana. È “il segno che non tutto è distrutto, che il male non ha vinto, ma si può ripartire, con Maria” come ha detto il vescovo Livio Corazza nell’omelia della messa delle 11: “Quel dipinto è ancora qui, nella sua semplicità a testimoniare la fede dei forlivesi in un Dio che non ci lascia soli e non ci abbandona. È il segno di una fede che continua e ha trovato conferme lungo i secoli. Maria non è sola e non ci lascia soli”.

Madonna del Fuoco 2024

In particolare, in questa giornata tanto importante per Forlì e diocesi "il Signore chiede a noi di aprire il nostro cuore e di offrire la nostra vita per la salvezza del mondo, per renderlo migliore”.  Per la concelebrazione pontificale, la Cattedrale è piena, in prima fila le autorità civili (tra cui sindaco Zattini e prefetto Argentieri), e militari, religiosi, cavalieri di Malta e del Santo Sepolcro. Presente anche il gonfalone di Cervia con una delegazione del Consiglio comunale e del gruppo “Civiltà salinara”, offerenti alla Patrona del sale della salina Camillone. All’altare anche il vescovo emerito, Lino Pizzi, con il capitolo della Cattedrale e altri sacerdoti. 

Il vescovo, descrivendo l’antica xilografia per l’occasione collocata in vetta all’Altar Maggiore incorniciata da una rossa corona floreale, ha letto le storie impresse: con Maria, raffigurata quattro volte, si nota almeno una ventina di santi. “È proprio vero: Maria non è sola – ha aggiunto il Vescovo – Maria e Gesù non sono soli”, in particolare la Beata Vergine è “come la grande regista di una squadra di amici di Gesù che condividono con Lei lo stesso sogno di salvezza del Figlio”.  

Se allora “le fiamme dell’incendio non erano l’unica minaccia per la città di Forlì”, recentemente “miliardi di metri cubi d’acqua hanno travolto strade, case, campi, chiese, oratori, officine, negozi, biblioteche, vite umane”. Tuttavia “l’acqua non ha spento il fuoco della fraternità e della solidarietà”, cioè “un fuoco di generosità che speriamo continui e non si consumi”.

Il vescovo ha concluso l’omelia rivolgendosi a Maria, affinché aiuti “a vincere il fuoco distruttore del male, dell’indifferenza, con lo stesso fuoco buono dell’amore e della fraternità che ci ha consegnato Gesù dalla croce”. Di questo, infatti, “abbiamo bisogno a Forlì, in Europa, in Ucraina, in Palestina e Israele e nel mondo intero”. 

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