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Cronaca

Domenica delle Palme senza ulivi, la benedizione arriva da tv e social: "Un segno di speranza, fede e di carità"

La benedizione degli ulivi, che ha sancito l'inizio della Settimana Santa, grazie ai mezzi di comunicazione, è arrivata a tutte le case

Domenica delle Palme senza il simbolo della passione di Cristo, in tempo di coronavirus. Ma la benedizione degli ulivi, che ha sancito l'inizio della Settimana Santa, grazie ai mezzi di comunicazione, è arrivata a tutte le case. "Un segno di speranza, fede e di carità", ha sottolineato il vescovo di Forlì-Bertinoro, monsignor Livio Corazza, nella messa celebrata a porte chiuse in Cattedrale e trasmessa in diretta su TeleRomagna. Ai piedi dell'altare della Madonna del Fuoco vi erano solo ministranti, il minimo di figure per i diversi servizi, ed un paio di operatori. Quanto consentito dalle disposizioni governative e nel rigoroso rispetto delle norme sanitarie sulle distanze e degli altri provvedimenti.

La Domenica delle Palme ai tempi del coronavirus

Un racconto intenso e drammatico, quello della passione di Gesù descritto dall'evangelista Matteo, dove Cristo affida la sua vita al Padre, offrendola a tutta l'umanità. Dal vescovo un invito ai fedeli "a trovare quale dei personaggi, protagonisti del brano del vangelo, ci assomiglia di più". Perchè, ha evidenziato monsignor nell'omelia, "ci siamo anche noi". "Mai come quest'anno sentiamo la mancanza del rametto d'ulivo, segno di speranza, di fede e di carità. E' un simbolo di speranza, perchè ricorda il ritorno della colomba nell'arca di Noè, indicando che il diluvio non era ancora finito e che le acque non si erano ancora ritirate del tutto. In questi giorni vediamo qualche piccolo segno di speranza. Non è finita, ma i contagi cominciano a diminuire".

"Ma è un segno anche di fede - ha proseguito il vescovo -. Il rametto d'ulivo lo mettiamo sui crocifissi e ci aiuta a guardarlo con più attenzione, dove c'è il figlio di Dio che si è fatto uomo e che è morto per noi in croce. E' un grande atto di fede. E Settimana Santa ci aiuterà a rinnovare la nostra fede nel Dio della vita e dell'amore, anche se come Gesù veniamo messi alla prova con domande di fede". Ma, ha proseguito Corazza, "è anche un segno di carità, perchè non riusciremmo ad essere davvero credenti fino in fondo se non crediamo che in quel crocifisso vediamo anche i crocifissi di oggi, quindi l'attenzione verso gli altri. Solo così possiamo celebrare la Pasqua".

"E' una Settimana Santa del tutto diversa rispetto a quelle che abbiamo vissuto, ma forse aumenta ancor di più in noi il desiderio di una presenza d'amore di Dio che ci sostenga, ci consoli, ci incoraggi e ci converta, perchè sappiamo vivere oggi quel segno di speranza di fiducia e carità che Lui ci ha insegnato per primo", ha concluso. In serata, alle 20,45, la Parrocchia di San Paolo ha proposto la via Crucis Vivente del 2016, "un modo per stare vicino ai fedeli e far vivere la suggestiva sensazione della raffigurazione".

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