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Cronaca

Stefano Accorsi incantato dall'Ebe di Canova: "Quasi ci si dimentica che sia una scultura"

In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il celebre attore, di origini emiliane e testimonial dell'Emilia-Romagna, ha celebrato uno dei patrimoni della città mercuriale

L'Ebe di Canova? "E' così lieve che quasi ci si dimentica che sia una scultura". Parola di Stefano Accorsi. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il celebre attore, di origini emiliane e testimonial dell'Emilia-Romagna, ha celebrato uno dei patrimoni della città mercuriale, ripercorrendo la genesi dell'opera. Accorsi parte da un messaggio a firma di Antonio Canova datato agosto del 1816 all’amico Quatremère de Quincy in merito al suo nuovo progetto: “…un’altra Ebe, diversa da tutte le altre in molte sue parti, e con isperanza di miglior effetto, e leggiadria”.

"Il celebre scultore - spiega l'attore - si stava riferendo alla statua che Veronica Zauli Naldi Guarini, contessa di Forlì, gli aveva commissionato, una scultura che avrebbe decorato il palazzo di famiglia in città, la quarta e definitiva versione di Ebe nel repertorio di Canova. L’artista all’epoca era già famoso e apprezzato in tutta Europa, i suoi committenti provenivano dalla nobiltà, dall’alto clero, erano sovrani. La scultura venne consegnata nel 1817 e pagata dalla famiglia Guarini quattromila e quattrocento scudi romani, pensate che all’epoca con cinquecento scudi si sarebbe potuto comprare un piccolo podere. Ma una somma così importante passa in secondo piano davanti all’eccezionale risultato che fortunatamente oggi tutti possono ammirare".

Quindi descrive Ebe, figlia di Zeus e di Era, ancella e coppiera delle divinità dell’Olimpo: "è ritratta con i lineamenti del volto delicati, la sua veste fluttuante è rigonfiata dal passaggio dell’aria. Seguendo quanto racconta il mito, Canova l’ha raffigurata con una brocca e una coppa d’oro dalle quali avrebbe offerto nettare e ambrosia, fonte di eterna giovinezza, alle divinità". Accorsi ricorda anche la collocazione: "alla meravigliosa scultura di Ebe è riservata una sala, l’ultima del percorso museale della Pinacoteca di Forlì che si trova all’interno del complesso dei Musei di San Domenico; le si può girare attorno e ammirarne il movimento e l’eleganza e stupirsi di come Canova sia riuscito, come un pittore, a trasformare il duro marmo in un corpo leggiadro. È come se la giovane stesse camminando verso noi spettatori, è così lieve che quasi ci si dimentica che sia una scultura".

Il post ha riscosso tanto entusiasmo. Per Marilena è "una delizia per gli occhi", per Maura "l'orgoglio di noi forlivesi". "Pura bellezza - esclama Teresa -. Quante meraviglie nel nostro Paese". Parole condivise dallo stesso Accorsi: "L'Italia è la culla della meraviglia". Tra i commenti al post c'è anche quello dell'assessore alla Cultura, Valerio Melandri: "Felice di vedere come la nostra Ebe 'arrivi' dritta a lei!". L’attore emiliano è testimonial dell’offerta di arte e cultura della Regione Emilia Romagna, nonché degli itinerari legati ai grandi nomi emiliano-romagnoli del cinema, da Federico Fellini a Giovannino Guareschi, da Pier Paolo Pasolini a Michelangelo Antonioni e Bernardo Bertolucci, passando per la Cineteca di Bologna e il suo celebre laboratorio “L’Immagine Ritrovata”. Accorsi racconta infatti con video, post e podcast sui suoi profili social (che contano complessivamente oltre 800mila follower), a cadenza bisettimanale, la bellezza dell’Emilia-Romagna, incarnata dalle dieci Città d’Arte che si susseguono lungo la millenaria Via Emilia con le loro corti medievali, i sontuosi palazzi e gli infiniti porticati e logge. Non solo, da queste pillole scaturirà un video racconto, che sarà successivamente presentato in occasione di festival del cinema nazionali e internazionali.

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