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Educazione civica

Al Classico si fa educazione civica col teatro nel nome di Annalena Tonelli

E' andato in scena “Quell’incontro”, spettacolo teatrale realizzato dalla Compagnia “Quelli della via”

Quando la scuola si fa carico di educare i ragazzi partendo dal loro desiderio di giustizia e di bene, anche l’Educazione civica non è più astratta, ma diventa un’occasione per far crescere gli adolescenti proponendo loro esempi che li sappiano affascinare. E’ quanto avvenuto sabato scorso al Liceo Classico Morgagni di Forlì, dove è andato in scena “Quell’incontro”, spettacolo teatrale realizzato dalla Compagnia “Quelli della via”. L’opera è incentrata su Annalena Tonelli, la nostra concittadina che ha speso la vita in Africa per i poveri e gli abbandonati “fino al martirio”, come ha sottolineato il dirigente scolastico Marco Lega. 

Dopo il saluto dell’assessore Rosaria Tassinari, del presidente del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo Davide Rosetti e del referente del Centro per la Pace Raffaele Barbiero, gli attori, tra cui anche Andrea Saletti, nipote di Annalena, hanno cantato, letto testimonianze e lettere di fronte a una platea di studenti attenti. Per i ragazzi lo spettacolo è stato sorprendente: “Immaginavo – dice Giacomo Farneti - sarebbe stato più incentrato sulle grandi opere di Annalena, come la costruzione dell'ospedale o la scoperta della cura contro la tubercolosi, invece hanno fatto parlare i bambini che l'hanno vista prima di tutto come una mamma e una persona che si dona completamente agli altri”.

Giorgia Forlani aggiunge: “Ho trovato potente e degno di riflessione il messaggio con cui Annalena Tonelli ci ha insegnato come le persone bisognose e più isolate dalla società siano invisibili ai nostri occhi, non perché non le vediamo, ma perché decidiamo di non volerle vedere”. Serena Salvini, studentessa del quarto anno, trova persino un collegamento con Romeo e Giulietta di Shakespeare: “Come Romeo rinnega il suo nome, anche Annalena non dà inizialmente importanza ai nomi dei suoi pazienti, ma li aiuta ugualmente perché la rosa, come nel famoso monologo shakespeariano, anche se non si chiamasse così, avrebbe lo stesso profumo e sarebbe degna di dare e ricevere amore, così come tutti gli esseri umani”. Tutte le domande e i numerosi interventi dei ragazzi hanno evidenziato quanto il suo messaggio sia ancora vivo e capace di provocare la coscienza di chi lo ascolta, perché, come diceva Annalena, dobbiamo essere giardinieri che aiutano gli uomini a fiorire. 

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