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Cronaca

Il Covid spegne anche il presepe biblico-meccanico di Franco Casadei

A Vecchiazzano, perso (per quest’anno) il leggendario presepe di Franco Casadei, brilla la natività allestita dai Servi del Cuore Immacolato di Maria all’Opera “Nostra Signora di Fatima”, in via Borghina

“I fedeli possono ammirare il nostro presepe al termine della celebrazione eucaristica”. L’invito a sostare in preghiera al cospetto della rappresentazione della nascita di Cristo, allestita nel piazzale dell’Opera Nostra Signora di Fatima di Forlì, proviene dal superiore dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, padre Daniele Marzotto. Quest’anno, dopo il forfait di Francone, la monumentale natività di via Borghina è l’unica visitabile a Vecchiazzano. Nella frazione pedemontana forlivese a cavallo del fiume Rabbi, un Natale senza il presepe biblico di Franco Casadei e della sua equipe, non ha riscontri nella storia recente.

Solo lo scorso anno, opportunamente incentrato su Benedetta Bianchi Porro a poche settimane dalla sua beatificazione, aveva attirato più di ventimila visitatori. A novembre, vista l’impossibilità di garantire la sicurezza igienico-sanitaria dei fedeli all’interno della chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, l’eclettico Francone ha dovuto sospendere la sua straordinaria creatura dopo ben trent’anni di continuità. “Avevamo già pronto il tema, suggerito come di consueto da don Massimo Masini – dichiara – e preparato anche le scene animate. Poi, valutate le difficoltà a gestire simili flussi di persone nel rispetto dei protocolli anti-covid, si è deciso di non allestire. Aspettiamo, con molta speranza, di poter tornare il prossimo Natale”.

Il grande vuoto di San Nicola di Bari è stato colmato dal bel presepe tradizionale proposto dai Servi del Cuore Immacolato di Maria, popolarmente conosciuti come i “fratoni”. Diffusi in tutt’Italia con 15 case e una settantina di religiosi, i frati mariani sono ufficialmente approdati a Forlì il 10 giugno 2007, prendendo possesso di una casa colonica donata da Linda Pellegrini, collaboratrice di Annalena Tonelli a Wajir, in Kenya. La comunità forlivese è oggi composta dai tre sacerdoti p. Luciano, p. Eugenio e p. Daniele, oltre a fratel Antonio e a un seminarista. Al civico 4 di via Borghina sono attivi un centro di spiritualità con una cappellina di 50 posti e una sala multimediale intitolata a don Arturo Femicelli. “In questa società sempre più consumistica e attratta da ciò che è effimero – dichiara padre Daniele nella descrizione del presepe - ci risuona confortante l’affermazione di Sant’Agostino: «Ci hai creati per Te, o Signore, e il nostro cuore non ha pace fino a che non riposa in Te»”.

Da questa consapevolezza di avere scoperto il tesoro nascosto che inonda il nostro cuore, nasce il desiderio di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo, di realizzare quella nuova evangelizzazione che San Giovanni Paolo II intendeva anche come “nuove forme”, “nuovi metodi” e “nuovo ardore”. In definitiva, ed è questo è il messaggio dei “fratoni”, dediti alla nuova evangelizzazione dell’intiepidita cristianità locale, attraverso la predicazione e momenti di preghiera quotidiani, “anche il Presepe diventa un modo concreto e semplice per l’annuncio della buona novella di un Dio che si è incarnato, che è nato, morto e risorto per amore nostro, per poterci donare se stesso, rivelarci il Padre e mandare lo Spirito Santo”. Il presepe di via Borghina è visitabile fino all’Epifania, approfittando della S. Messa celebrata ogni giorno alle 19.
 

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