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Cronaca Dovadola / Via Carbonaie

Dovadola, completata la riqualificazione della storica Via delle Carbonaie

"Via delle Carbonaie è una strada del borgo ricca di storia - ricorda Zelli - e in passato è stata anche un perno fondamentale per l'economia del paese".

Stanno per concludersi i lavori di messa a norma dei parapetti e delle barriere stradali di Via delle Carbonaie a Dovadola. L'intervento, per un importo di 35mila euro, si è reso necessario perché le barriere di sicurezza erano degradate, rotte in alcuni punti e non conformi in altezza alla legge vigente in materia, non garantendo quindi più la funzione di protezione originaria e di salvaguardia per la pubblica incolumità. I lavori di ripristino murario sono stati realizzati dalla ditta Artecolor, mentre la creazione ed installazione delle nuove ringhiere è stata affidata alla ditta Raf, entrambe aziende dovadolesi.

Il nuovo intervento, seguito da punto di vista tecnico dall'ingegnere Comunale Melania Colininelli, è consistito nel ripristinare il parapetto con la stessa struttura di quella attuale, cioè muretti in conglomerato cementizio armato alternati sempre da barriere in ferro realizzate da un corrimano ed elementi secondari a sezione circolare. "L'amministrazione comunale ha voluto portare avanti ed implementare questo importante progetto, già abbozzato dalla Giunta precedente - dichiara il vice sindaco Kabir Canal - perché rientra nell'ambito della riqualificazione generale del paese che nel corso degli anni si sta realizzando, purtroppo con poche risorse a fronte di tante esigenze".

"Via delle Carbonaie è una strada del borgo ricca di storia - ricorda Zelli - e in passato è stata anche un perno fondamentale per l'economia del paese". La fisionomia dell'arteria, come oggi la conosciamo, risale agli anni '50-'60, quando sia cittadini privati sia l'amministrazione comunale fecero costruire i muretti e le ringhiere che separano la strada dalla lottizzazione “Dovadola nuova”, la quale si sviluppò con la costruzione di nuovi plessi abitativi, sopra a quello che una volta era tutto campo agricolo in gran parte adibito a orti coltivati dagli ortolani “Gigì da l'Ôrt” e “Giachèt”, arrivando fino alla “rupe dei corvi”; la rupe che caratterizza il paesaggio del paese sulla destra della Statale 67 per chi proviene da Forlì.

Lungo via delle Carbonaie sono presenti i reperti risalenti al 1300 di una torre, che permetteva ai contadini sia di viverci sia di controllare il raccolto dei campi e delle vigne, e la casa che il 17/08/1849 ospitò Giuseppe Garibaldi e il Capitano “Leggiero” in fuga dall'esercito austriaco dopo la caduta della "Repubblica Romana".  A quel tempo l'ortolano era Andrea Strocchi, che aveva il compito di lavorare “l'orto Biscia” (così chiamato in onore della famosa famiglia Raineri Biscia), sperimentando anche la coltivazione di anice. La via prende però il nome dal fatto che vi erano diverse strutture, costruite con legni a tronco di cono con dentro dei vuoti per l'aria, per la produzione di carbone. Le carbonaie venivano stuccate col fango del fiume, avevano un diametro di circa 4 metri ed erano capaci di "sfornare" ogni volta dai 50 agli 80 quintali di prodotto che poi veniva venduto in una adiacente bottega, rimasta in attività fino al 1950.

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