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Cronaca

Mengozzi replica al sindaco: "Non siamo l'unica impresa a rischio di Coriano"

"Chiedo al Sindaco quale logica vi sia dapprima nell'autorizzare un'impresa a svolgere una certa attività e poi chiedere a quello stesso imprenditore di limitare la propria iniziativa economica ed anzi pianificare la propria decrescita"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Il Sindaco di Forlì nei giorni scorsi ha rilasciato alla stampa dichiarazioni letteralmente identiche a quelle rilasciate pochi giorni prima dall'ex Assessore all'Ambiente Bellini. Entrambi hanno chiesto alla società Mengozzi di ridurre la propria attività ed anzi di valutare alternative nello stesso settore, posto che la libertà di impresa si scontrerebbe, in questo caso, con la volontà di una comunità che non vuole avere a poca distanza dalle proprie abitazioni un'attività insalubre di classe I.

Ora anzitutto a me pare che il dichiarato intento del Sindaco di farsi interprete dei cittadini coincida esattamente con il meno dichiarato intento di farsi diligente interprete dell'ex Assessore. In secondo luogo e soprattutto rilevo che la nostra attività è equiparata per legge a tutta una serie di altre attività, del pari classificate per legge come insalubri di classe I, che pure vengono esercitate a Coriano in prossimità del nostro impianto e delle abitazioni di quegli stessi cittadini che - a dire del Sindaco - dovrebbero essere tutelati solo rispetto all'attività di termovalorizzazione della Mengozzi. Con la differenza che mentre Mengozzi è un'impresa privata che esercita un servizio pubblico, queste imprese non esercitano un servizio pubblico. Il Sindaco non ha chiesto a nessuna di queste attività di cessare o spostarsi altrove.

Ed allora chiedo al Sindaco quali siano le ragioni vere, credibili ed oggettive per le quali egli chiede solo a Mengozzi di ridurre la propria attività e addirittura di convertirla in altre attività. E' evidente che tali ragioni non possano essere solo quelle della vicinanza di talune abitazioni alla nostra attività, posto che tali abitazioni sono site in un'area industriale - e ciò non lo ha certamente deciso il sottoscritto- nella quale vi sono altre attività classificate per legge come la nostra. Ed ancora chiedo al Sindaco quale logica vi sia dapprima nell'autorizzare un'impresa a svolgere una certa attività e così indurre un imprenditore ad investire milioni e milioni di euro nel tentativo di innovare e cercare soluzioni tecnologicamente sempre più avanzate e poi chiedere a quello stesso imprenditore di limitare la propria iniziativa economica ed anzi pianificare la propria decrescita impiegando altrettanti capitali, ed anzi maggiori, rispetto a quelli in precedenza investiti.

La libertà di iniziativa economica e la tutela dell'ambiente sono entrambi diritti di rilevanza costituzionale, essi debbono compenetrarsi e non escludersi a vicenda. L'obbiettivo cui la Pubblica Amministrazione deve tendere é proprio quello di consentire all'impresa di partecipare ad una tutela dell'ambiente che superi il mero divieto, di consentire cioè all'impresa di essere attrice e promotrice, al pari della Pubblica Amministrazione, di uno sviluppo ambientale sostenibile perseguito attraverso la migliore tecnologia adottabile in un certo momento storico. Il che è proprio quanto Mengozzi ha sempre inteso e intende fare, cercando di continuare ad apportare proprio quell'«innovazione tecnologica per la quale è riconosciuta nel mondo», parole spese pubblicamente dallo stesso Sindaco pochi giorni or sono e per le quali lo ringraziamo.

Enzo Mengozzi

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