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L'universo femminile, tra miti da sfatare e prevenzione: dal papilloma virus alla menopausa, tutto quello che c'è da sapere

ForlìToday, attraverso il dottor Luca Savelli, primario dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì e di Faenza, ha voluto approfondire alcuni aspetti dell'universo femminile

L’8 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale della donna. In questa occasione ForlìToday, attraverso il dottor Luca Savelli, primario dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì e di Faenza, ha voluto approfondire alcuni aspetti dell'universo femminile, con l’obiettivo di chiarire concetti legati alla prevenzione e finalizzati a prevenire forme tumorali e malattie. Ma abbiamo parlato anche di come vivere la gravidanza e la menopausa. 

Dottor Savelli, in età adolescenziale o matura, non è mai troppo presto o troppo tardi per fare una visita di controllo. Giusto?
“Non è corretto. Esistono delle evidenze scientifiche dai quali si evince che gli esami di screening, che si effettuano su persone che godono di buona salute, non devono essere effettuati a qualsiasi età. In Italia lo screening per il tumore del collo dell'utero va effettuato tra i 25 ed i 65 anni. Questo perchè il tasso di falsi positivi è molto alto. In particolare il timore legato alla presenza dell'Hpv, il papilloma virus, è un esempio lampante, perchè particolarmente diffuso. Il numero di persone che hanno su di se uno dei genotipi virali di questo virus è altissimo”.

Quanti genotipi esistono?
“Oltre 200, ma la maggior parte non creano problemi. Sono pochi infatti quelli che posso causare lesioni note come condilomi. Poi c'è un gruppo di papilloma virus che può determinare lesioni, che, se non curate, possono evolvere in un tumore del collo dell'utero. I più aggressivi sono cinque”. 

Come viene trasmesso?
“Generalmente per via sessuale, ma esiste anche la possibilità, seppur molto rara, che l'infezione possa essere attraverso i cosidetti fomiti, cioè asciugamani, indumenti intimi e qualunque cosa sia a contatto con gli organi genitali. E' un virus particolarmente diffuso per l'alto numero di Hpv esistenti. Ma è importante ricordare che non tutti i tipi di virus di tipo Hpv hanno un fattore di rischio oncogeno”. 

A che età si registra un picco di contagi?
“Tra i 20 ed i 40 anni”.

Come si previene il tumore del collo dell'utero?
“Si effettua un Hpv test e nel caso di positività si procede ad un esame citologico, cioè il Pap test. In caso di positività anche di questo test viene prescritto un esame di secondo livello, la colposcopia. Grazie al pap-test e all'Hpv Dna Test si è registrato una riduzione dell'incidenza di tumori invasivi. Con questo tipo di esami si riescono infatti ad individuare lesioni precancerose, che si riescono a curare con semplici trattamenti ambulatoriali non invasivi”. 

Sul piano comunicativo a suo giudizio c'è ancora molto da fare per far conoscere al meglio questo tipo di malattia e prevenirla?
“E' stato fatto tanto. Infatti il numero di nuovi casi di tumore del collo dell'utero si è ridotto a tal punto che oggi si verificano casi quasi solo in donne che non fanno regolarmente lo screening, come ad esempio le immigrate. Il compito del medico è quello di rassicurare le pazienti che risultano positive all'Hpv test oltre che invitare ad effettuare il controllo”. 

Passiamo ad un periodo felice della vita, la gravidanza. Suggerimenti per viverla al meglio e senza preoccupazioni?
“Sono due. Il primo di considerarlo come un evento fisiologico. E' un dei momenti della vita tra i più belli, ricchi di emozioni e speranze. Non occorre evitare sforzi fisici o mettersi al riparo sotto una campana di vetro, evitando movimenti, al netto dei pochi casi di gravidanze patologiche. Il secondo suggerimento è di considerarla come una fase della vita che arricchisce, dal punto di vista personale, familiare e sociale. La gravidanza infatti non deve essere considerata come un peso, come accade nella società attuale. Non deve essere vista come un ostacolo alla propria realizzazione professionale, umana e sociale. Va vissuta presto, perché esiste una vita biologica slegata da quella sociale. Il momento migliore è tra i 20 ed i 30 anni, mentre purtroppo l'età media della prima gravidanza si è alzata a 33 anni”. 

E per chi vuole intraprendere una gravidanza oltre i 40 anni?
“La nuova generazione di ginecologi è abituata a gestire gravidanze di ultra quarantenni. C'è la necessità di qualche controllo periodico in più, ma non ci sono particolari problemi”. 

Capitolo menopausa. Quali sono i sintomi, a che età si verifica e come va affrontata?
“Non è un momento di cambiamento drastico, ma è una fase della vita che può essere caratterizzata da sintomi a volte fastidiosi, ma spesso lievi, come la secchezza vaginale, dolori ossei, le vampate di caldo, ma anche cambiamenti del tono dell'umore, difficoltà nel concentrarsi, calo della memoria e l'alterazione del sonno”.

Come è possibile attenuare alcuni disturbi?
“Innanzitutto con alcuni accorgimenti legati allo stile di vita. Praticando regolarmente attività fisica, ma anche allenando la memoria. Inoltre ci sono diverse terapie mediche molto efficaci nell’alleviare i sintomi più fastidiosi”.

In generale, ogni quanto è necessario un appuntamento col ginecologo?
“Non c'è la necessità di un appuntamento periodico per ogni donna. E' un mito che va sfatato. Occorre andare dal ginecologo sulla base di una sintomatologia, dal dolore pelvico all'irregolarità mestruale, dalle perdite ematiche ai gonfiori addominali e l'incontinenza”. 

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