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Gestione acqua in Romagna, il pensiero del WWF Forlì

Il WWF ha partecipato, in data 17.06.2013, alla celebrazione del 30° anniversario della diga di Ridracoli.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Il WWF ha partecipato, in data 17.06.2013, alla celebrazione del 30° anniversario della diga di Ridracoli. Ci sentiamo impegnati a contribuire, con le nostre idee e proposte, all’ottimale utilizzo degli impianti dell’Acquedotto della Romagna. La gestione ottimale deve essere ecologicamente compatibile, pubblica, trasparente e partecipata.

Il WWF peraltro non rinnega le ragioni che, a suo tempo, furono alla base della ferma contestazione rispetto alla costruzione della diga. Tale opposizione fu considerata “corretta, documentata e motivata” persino dalla Magistratura, come risulta dal dispositivo di proscioglimento penale in fase istruttoria a favore del sottoscritto, denunciato dall’allora Presidente Zanniboni per aver ribadito le posizioni ambientaliste nel corso di un convegno pubblico a Bologna nel ’93.

Non vogliamo peraltro ripercorrere la storia della diga. Dobbiamo guardare al presente e al futuro. Oggi l’Acquedotto di Romagna è una realtà, è costata tantissimo in termini di vite umane (non pochi lavoratori sono morti in fase di costruzione), di impatto ambientale (un’intera, bellissima valle è stata sommersa per sempre) e finanziari (1000 miliardi di lire, valori anni 70-80).

Dovrà funzionare il più a lungo possibile, sotto controllo e gestione pubblici, in un’ottica di risparmio della risorsa, garantendo la partecipazione degli attori sociali, delle popolazioni e migliorando la qualità ambientale del territorio nel suo complesso, soprattutto del Parco Nazionale, entro il quale si trova l’invaso e che costituisce la migliore garanzia della qualità idrica.

E’ per i sopracitati motivi che il WWF propone che tutte le fonti idriche - non solo Ridracoli - “beni comuni” a tutti gli effetti, siano sottratte alla logica del lucro e che il Servizio Idrico Integrato (SII) dell’area vasta romagnola sia scorporato da Hera SpA per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua all’utenza e la depurazione.

Il resto è già in mano a Romagna Acque, ed affidato in house alla stessa Romagna Acque. D’altronde, già ora quest’ultima investe somme importanti per tutto il ciclo idrico (potabilizzazione, depurazione, interconnessioni, collegamenti con il CER).

Non vorremmo che, al contrario, l’espansione territoriale imprenditoriale di Hera SpA, oggi protesa a Veneto, Friuli e oltre, asservisse ai propri scopi di profitto l’intero patrimonio di Romagna Acque, privatizzando del tutto il Servizio Idrico Integrato, anziché ripubblicizzarlo, nel rispetto del referendum 2011.

Dalla celebrazione dell’anniversario della diga di Ridracoli abbiamo percepito l’idea di una progressiva integrazione con Hera, con massicci ulteriori apporti di capitale privato, già ora determinanti nelle decisioni della stessa Hera.

Ai Sindaci delle tre Province romagnole spetta la responsabilità politica di decidere il loro futuro: o sottomettersi al lucro e delegare ad Hera il potere reale nel SII, o riacquisire un loro ruolo prioritario nel territorio, di cui l’acqua costituisce una componente fondamentale di governo e di autodeterminazione, peraltro in un contesto di solidarietà e interconnessione con i territori limitrofi in caso di carenza idrica.

WWF Forlì – il Presidente
Alberto Conti

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