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Mozione Melandri, il Popolo della Famiglia: "Persa un'occasione di coerenza e di fermezza"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"La maggioranza va avanti ed è un bene, perché la città ha bisogno di bravi amministratori e il sindaco Zattini e la sua giunta offrono tutte le garanzie necessarie per un buon governo della città.  L'episodio del patrocinio comunale al raduno arcobaleno, però, rimane un cedimento incomprensibile al pensiero unico e all'ideologia gender rispetto al quale le parole di giustificazione del Sindaco non convincono. Essere il sindaco di tutti non significa rinunciare a un giudizio di valore sulle cose. Tutti hanno diritto di manifestare le proprie idee e di avere occasione di farlo, ma il patrocinio ha un'implicazione ulteriore che esula da questa norma di democrazia, perché significa riconoscere la bontà di un iniziativa tanto da metterci la "faccia" del Comune. Il rispetto per le persone, di cui il nostro primo cittadino è assolutamente campione, non esclude la diversità di opinione, soprattutto quando c'è un pensiero oggettivamente sbagliato. 

Lo sa benissimo Zattini stesso, il quale diede inizio alla sua campagna elettorale con la lista Forlì Cambia con queste parole: "Ci prendiamo un impegno forte: senza discriminare nessuno vogliamo parlare di famiglia naturale. La nostra realtà non nasce da un atto discriminatorio, ma dalla storia della nostra terra, in cui non vanno espulse le parole più belle 'babbo' e 'mamma' ''. 
Le famiglie arcobaleno vogliono invece l'esatto contrario, pretendendo di far credere che un bambino possa nascere da due mamme o da due papà, ("genitore 1 e genitore 2"), al di là di ogni evidenza scientifica. Questa dittatura ideologica totalmente irrazionale, peraltro, è cavalcata da una percentuale minima della popolazione, organizzata in lobby e capace di esercitare forti pressioni di potere. Per questo la famosa citazione del Papa, "chi sono io per giudicare un omosessuale", andrebbe legata a quello che il Santo Padre aggiunse subito dopo: "Ma si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby". 

Possibile allora che la volontà di fare quadrato attorno a un assessore di indiscusso pregio nel suo campo, debba escludere la tenuta sui valori? Nessuno ha avvertito la stonatura con quanto promesso agli elettori? Ci chiediamo se non sentano il nostro stesso disagio i consiglieri della lista Forlì Cambia e tutti quelli che ne hanno condiviso i valori in campagna elettorale, come la presidente della Consulta delle Famiglie delegata dalla Ass. Forli Cambia, Cristina Terenzi. L'amministrazione ha perso un'occasione di coerenza e di fermezza. Ora vada avanti con le risposte alle esigenze della città, cercando di fare sempre meglio, ma si ricordi che difficilmente tanta accondiscendenza sarà ripagata, a suo tempo, con la stessa moneta".

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