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"Riforma dell'assetto istituzionale, rifarsi al 'cittadino arbitro' di Roberto Ruffilli"

"E' in costante aumento la percentuale dei non votanti giunta quest’anno al record del 36%, crescendo di ben 9 punti percentuali rispetto al 27% delle Elezioni Politiche 2018"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Finito di stampare nel mese di marzo 1988. Il riferimento è al libro “Il cittadino come arbitro” (ne consiglio la lettura), a cura di Roberto Ruffilli e Piero Alberto Capotosti. Dopo qualche settimana, il 16 aprile 1988, nella sua abitazione di corso Diaz a Forlì, verrà assassinato dalle Brigate Rosse Partito Comunista Combattente, uno dei due autori, il nostro concittadino, il sen. Roberto Ruffilli.
Il 16 aprile 2023 ricorreranno i trentacinque anni dalla sua uccisione. Per onorarlo al meglio, credo sarebbe opportuno tornare a mettere al centro della riflessione cosa significhi oggi “Il cittadino come arbitro”. Sarebbe interessante lo si facesse anche con un incontro pubblico, aperto alla cittadinanza, in cui siano chiamati ad intervenire esponenti delle diverse forze politiche, sul tema delle riforme istituzionali. È un confronto di democrazia, per la democrazia, che è auspicabile venga svolto anche tra la gente, coinvolgendo la cittadinanza.

Mi ha fatto piacere sentire il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, nel suo intervento del 25 ottobre alla Camera dei Deputati, indicare come tema fondamentale da affrontare quello delle riforme istituzionali, per rendere il cittadino protagonista di una scelta, con il suo voto, e per dare all’Italia Governi stabili che rimangano in carica cinque anni. E sul metodo con il quale procedere, Meloni ha affermato: “Vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per arrivare alla riforma migliore e più condivisa possibile”. E’ decisivo arrivare alla definizione di un nuovo assetto istituzionale, con relativa riforma della legge elettorale, che consenta al voto del cittadino di riacquistare peso; che consenta il rispetto effettivo delle indicazioni derivanti dalle urne, traducibili in Governi che possano lavorare con continuità per la durata quinquennale della Legislatura.

E’ pure così che si inizierà a reagire rispetto ad un motivo di riflessione, per tutti i partiti, derivante dalle elezioni del 25 settembre scorso: è in costante aumento la percentuale dei non votanti giunta quest’anno al record del 36%, crescendo di ben 9 punti percentuali rispetto al 27% delle Elezioni Politiche 2018. È stata una discesa libera dal 90% di votanti del 1979, fino al 64% di quest’anno. E alla prossima tornata? Non dovesse mutare il trend in calo, arriveremmo vicino al 50% dei votanti. Non ce lo possiamo permettere, proprio per la salute del sistema democratico, che nella partecipazione ha la sua linfa vitale.

Vincenzo Bongiorno
ex Consigliere Comunale a Forlì
dal 1999 al 2014

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