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Cronaca

Accoltella l'ex moglie e il cognato, udienza-lampo tra due mesi. Le vittime: "Pena patteggiata troppo mite"

Accusato di duplice tentato omicidio e di varie violenze nei confronti dell'ex moglie esce dal carcere per andare agli arresti domiciliari, ma nella città di Lucca

Accusato di duplice tentato omicidio e di varie violenze nei confronti dell'ex moglie (dai maltrattamenti alla violenza sessuale, allo stalking), esce dal carcere per andare agli arresti domiciliari, ma nella città di Lucca. Il giudice per le indagini preliminari di Forlì De Paoli ha concesso di recente la misura cautelare più lieve per l'uomo di nazionalità albanese che il 20 agosto scorso aveva accoltellato la moglie e il cognato davanti ai figli della coppia.

La vicenda, dal punto di vista processuale, sembra avviata verso una rapida chiusura, dato che il pm titolare dell'inchiesta ha dato il consenso al patteggiamento per 4 anni e 10 mesi in relazione a tutti i reati contestati. Con questo atto l'indagine è sostanzialmente terminata, gli atti depositati e l'udienza in tribunale sarà fissata in circa un paio di mesi. Un iter veloce che, però, non trova concorde la difesa della donna vittima dell'aggressione (rappresentata dall'avvocato Filippo Poggi) e di quella del cognato (tutelato dall'avvocato Marco Martines), che si appellano al giudice che dovrà valutare la congruità della pena, e lo faranno con approfondite memorie.

L'avvocato Poggi contesta sia la scarcerazione che la pena concordata tra le parti, ritenuta troppo mite: "Ritengo queste decisioni profondamente sbagliate e potenzialmente pericolose. Intanto in un caso del genere mi sembra non rispettoso della norma la mancata applicazione del braccialetto elettronico per il solo fatto che gli arresti domiciliari sono a Lucca. Il consenso ad un patteggiamento a questa pena che ritengo non congrua comporterà che la mia cliente ne chiederà il rigetto al Gip che sarà chiamato a decidere ed eventualmente richiederà al Procuratore Generale di ricorrere in cassazione". La difesa della donna, se necessario, non escludono di arrivare fino alla "Corte europea dei diritti dell'uomo, ipotizzando una non adeguata tutela della vittima. 

Da parte sua la stessa vittima, in occasione della recente Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre, si era sfogata rispetto agli appelli - a volte retorici di questa ricorrenza - che invitano le donne a denunciare sempre. Nel suo sfogo la signora spiegava di aver denunciato, ma dopo due mesi dalla denuncia di essere finita comunque accoltellata e di essere viva per miracolo. La definizione di una pena patteggiata in questa fase dell'iter processuale (ancora con le indagini aperte) esclude anche la possibilità per la vittima di inserirsi nel processo come parte civile e quindi di poter richiedere una prima e veloce forma di risarcimento. 

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Forlì: secondo quanto ricostruito dai militari, l'uomo, che si stava separando dalla donna, si era incontrato in un giardino della periferia della città per vedere i figli. Durante l'incontro sarebbe nata una discussione, culminata con l'accoltellamento dell'ormai ex moglie e del fratello di lei con più fendenti. Dopo l'aggressione il quarantenne era fuggito, salvo poi costituirsi alla caserma dell'Arma di San Martino in Strada, mentre la donna e il fratello avevano raggiunto l'ospedale "Morgagni-Pierantoni" in auto, dove erano stati subito sottoposti ad un intervento chirurgico. La donna era stata inizialmente ricoverata in Rianimazione in prognosi riservata, con ferite anche alla testa e al volto. Il fratello aveva avuto una prognosi iniziale di 33 giorni, per varie ferite al corpo, la più grave ad una mano destra, con uno dei fendenti che ha leso un tendine. 

L'aggressore è stato inizialmente denunciato a piede libero con l'accusa di lesioni aggravate, due giorni dopo è arrivato l'arresto. Per circa tre mesi è stato in carcere.

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