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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Il sorriso del Prof all'ingresso dell'Irst: un busto in bronzo ricorda Dino Amadori

L’opera – realizzata in bronzo fuso con la tecnica della cera persa, poggiata su un basamento in ferro corten e prodotto nella fonderia artistica Mariani di Pietrasanta (Lucca) – è stata creata dallo scultore forlivese Ivo Gensini

Sarà il sorriso del prof - il frutto più bello e universale dell’infinita umanità che lo contraddistingueva e che tutti gli riconoscevano -ad accogliere le tante persone che, da oggi, entreranno all’Irst di Meldola. In occasione della ricorrenza dell’anno dall’improvvisa scomparsa del professor Dino Amadori avvenuta il 23 febbraio del 2020, all’ingresso della struttura di cura e ricerca è stato, infatti, collocato un busto che raffigura, omaggiandolo, il padre e presidente dell’Istituto Oncologico Romagnolo (Ior) e fondatore dell’Irst. 

L’opera – realizzata in bronzo fuso con la tecnica della cera persa, poggiata su un basamento in ferro corten e prodotto nella fonderia artistica Mariani di Pietrasanta (Lucca) – è stata creata dallo scultore forlivese Ivo Gensini grazie al fondamentale contributo dello Ior. "Da quella domenica in cui ci hai lasciato, caro Dino, nulla è come prima - ha commentato in collegamento video il professor Renato Balduzzi, presidente dell'Irst, prima della cerimonia religiosa riservata ai soli dipendenti causa misure preventive Covid19 -. La prima parola che mi viene in mente è nostalgia. Una nostalgia grande, acuita dal trascorrere di un anno così difficile. Senza il tuo sorriso, la tua voce pacata, la luce che sapevi portare dentro i problemi della ricerca come dentro le più piccole preoccupazioni, contrastare un terribile nemico come lo è il Covid19 senza di te è stata un’emergenza nell’emergenza. Ecco perché sento, caro Dino, una grande nostalgia. Accanto però provo stupore. Perché l’Istituto è andato avanti sulle tue tracce, facendo germogliare i semi che hai diffuso. Ecco perché, quando diciamo che ti sappiamo qui con noi, non è una forzatura. E sono tanti i segni che ci confortano: la rete oncologica della Romagna che avanza fattivamente, integrando sempre più la cura alla ricerca. In un anno così difficile, Irst non ha perso il contatto con i malati, ha assicurato continuità. Anche questo è fonte di stupore. Vediamo consolidarsi il rapporto con il territorio, con l’Ausl della Romagna, i Comuni, le tante persone che si riconoscono in Irst. E’ un miracolo? No, è il frutto di una vita spesa al servizio degli altri, spesa come dono di sé. Entro l’anno vogliamo organizzare in tuo ricordo un grande evento che riunisca il mondo dell’oncologia".

A seguire, l’intervento commosso, del direttore generale, Giorgio Martelli: "Dino è un uomo che ha vissuto nella solidarietà, che ha fatto della solidarietà la sua ragione di vita. Penso allo Ior, ai progetti in Africa, che sono i più grandi, ma anche a tutte le altre iniziative che ha realizzato. Io non sono stupito che l’Istituto abbia continuato a raggiungere grandi risultati ed obiettivi, perché i veri maestri - e Dino è stato un maestro - si riconoscono soprattutto quando non ci sono più. Per gli insegnamenti dati, i valori, i principi, che fanno parte delle fondamenta dell’Irst. Noi tutti abbiamo una grande responsabilità: trasmettere questi insegnamenti ai giovani che stiamo reclutando e formando. Purtroppo non avranno la fortuna di conoscerlo direttamente ma, sono sicuro, attraverso i nostri medici, infermieri e ricercatori potranno ricevere il suo messaggio. Anche per questo, per onorarlo, abbiamo pensato, con il contributo dello Ior rappresentato qui oggi dal direttore Fabrizio Miserocchi, ad un omaggio alla sua memoria, un busto che lo raffigura, collocato all’ingresso, per far sì che lui ancora possa accogliere i suoi pazienti, i suoi volontari, i suoi ricercatori, quando la mattina entrano in Istituto".

Ad illustrare l’opera è stato lo stesso autore. "Realizzare un ritratto postumo - ha spiegato l’artista Ivo Gensini - è ancora più complesso perché a giudicare l’aderenza della statua a ciò che si vuol comunicare non è il soggetto protagonista, ma le persone che lo conoscevano e che ne serbano ognuno un diverso ricordo. Ricordo che cercheranno nel volto scolpito. Io ho provato a cogliere lo spirito di Dino Amadori, il suo carattere, attraverso fotografie e video. Ciò che mi ha colpito maggiormente, e che ho voluto fermare nel bronzo, è il suo sguardo sempre colmo di fiducia e sorridente".
 

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