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Cronaca

Il virus rsv che ha colpito la figlia di Fedez-Ferragni, il primario Valletta spiega cos'è: come si cura e come prevenirlo

L'INTERVISTA - 'Virus rsv', per approfondire la questione abbiamo interpellato Enrico Valletta, primario del reparto di Pediatria dell'ospedale "Morgagni Pierantoni"

Non c'è solo il covid-19. Da qualche giorno sui social si è iniziato a parlare tanto di 'virus Rsv' (o 'Vrs'). Tutto ha avuto inizio quando il rapper Fedez e Chiara Ferragni hanno comunicato che la loro figlia Vittoria, affetta da questa patologia, è stata ricoverata in ospedale. Molti medici, anche tramite la stampa, hanno posto l'attenzione sull'epidemia di virus respiratorio sinciziale che sta colpendo in tutta Italia bambini piccolissimi, quest'anno in anticipo rispetto al solito.  Per approfondire la questione abbiamo interpellato Enrico Valletta, primario del reparto di Pediatria dell'ospedale "Morgagni Pierantoni".

Dottor Valletta, ad accendere i riflettori su "un virus molto comune tra i bimbi" è stato il rapper Fedez dopo che la sua figlia Vittoria è stata ricoverata in ospedale. Ci può spiegare di cosa si tratta?
Parliamo del “virus respiratorio sinciziale”, noto anche con l'acronimo VRS. E' effettivamente un virus molto noto ai pediatri e molto comune nel periodo invernale tra i bambini nel corso dei primi 1-2 anni di vita. E' un virus che interessa le vie respiratorie ed è la causa principale (in circa il 70-80% dei casi) della bronchiolite. Colpisce, ogni anno, alcune migliaia di bambini in tutta Italia. 

In quali forme può manifestarsi?
Come dicevo, è un virus che dà principalmente sintomi respiratori, raffreddore, tosse stizzosa e insistente, difficoltà di respiro che in alcuni bambini può essere anche importante e che può interferire con l'alimentazione, febbre in genere non troppo elevata. Dopo una fase di alcuni giorni di peggioramento, raggiunge l'acme alla quale segue un progressivo miglioramento. Il decorso è spesso lieve e gestibile a casa con l'aiuto del proprio pediatra, ma nei casi più impegnativi o nei bambini più piccoli può richiedere il ricovero in ospedale e, in casi per fortuna non frequenti, anche cure nei reparti di terapia intensiva. In queste situazioni, la somministrazione di ossigeno e l'impiego di apparecchiature che facilitano la respirazione consentono al bambino di superare le fasi più critiche della malattia.

Come l'influenza è quindi un virus che circola nei periodi più freddi...
Il VRS è tipico delle stagioni più fredde, diciamo tra novembre e marzo, con una maggiore frequenza nei mesi invernali.

Quest'anno si è manifestato in anticipo? Se sì, per quali ragioni?
Un certo anticipo c'è stato quest'anno, stando ad alcune segnalazioni, ma di anno in anno siamo abituati a vedere variazioni nella sua comparsa e anche nella gravità delle manifestazioni. Considerando che nell'inverno scorso si sono verificati pochissimi casi di bronchiolite da VRS – grazie alle precauzioni di varia natura che sono state prese in conseguenza del Covid – un incremento dei casi nel corso dei prossimi mesi è stato anche messo in conto. I bambini che sono stati risparmiati nell'inverno 2020-2021 è probabile contrarranno il VRS quest'anno e si aggiungeranno a quelli nati dopo la primavera del 2021  e che comunque lo sperimenteranno nel primo inverno della loro vita. E' possibile che queste siano le prime avvisaglie. Già da un paio di mesi abbiamo iniziato a vedere alcune infezioni respiratorie “fuori stagione” e ne abbiamo fatto anche oggetto di qualche considerazione (consultabili sul portale https://acp.it/assets/media/Quaderni_acp_2021_285_197.pdf, ndr).

A Forlì ci sono bimbi ricoverati?
Al momento non abbiamo bambini ricoverati per VRS, ma ne abbiamo avuti alcuni nelle scorse settimane, nulla di particolarmente grave.

In media ogni anno quanti sono i piccoli degenti che necessitano di cure ospedaliere?
La necessità di ricovero varia molto negli anni, con stagioni nelle quali ricoveriamo anche venti-trenta bambini e anni nei quali il virus decorre con forme meno impegnative e con minore necessità di ricoveri..

Cosa rischiano i piccoli che finiscono in terapia intensiva?
Si tratta dei casi più complessi che richiedono assistenza respiratoria meccanica e possono venire intubati e ventilati. Il rischio può essere alto, soprattutto nei lattanti più piccoli o che sono portatori di altre malattie che ne aumentano la fragilità. Per fortuna, da qualche anno abbiamo a disposizione apparecchi per la somministrazione di ossigeno ad alti flussi che ci consentono di ridurre notevolmente il rischio di dovere ricorrere alla terapia intensiva e a manovre di ventilazione più invasive.

Esiste un vaccino specifico contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv - Respiratory syncytial virus)?
Al momento non è disponibile un vaccino specifico, ma la ricerca anche in questo settore è molto attiva e diverse possibilità sono già in fase avanzata di studio. E' del tutto possibile che nei prossimi anni si possa raggiungere un risultato concreto sia nella direzione del vaccino che di una terapia mirata al VRS stesso. E' invece disponibile un anticorpo monoclonale che, con iniezioni mensili, viene somministrato esclusivamente ai piccoli più fragili che sono appunto a più alto rischio di avere un decorso particolarmente grave. 

Come per tutti i virus, le forme di prevenzione restano quelle che dall'inizio dell'epidemia da covid ci ripetiamo tutti i giorni...
E' così e la prova migliore l'abbiamo avuta lo scorso inverno quando, avendo adottato tutte le note precauzioni per evitare la diffusione del Covid, abbiamo visto anche scomparire VRS e virus dell'influenza. Parte di queste misure di prevenzione resterà in vigore anche nei prossimi mesi e ci aiuterà - lo speriamo - a ridurre l'impatto del VRS nei bambini più piccoli.

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