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Cronaca

La prima Messa coi fedeli in ricordo delle vittime del covid: "Ripartiamo con speranza e prudenza"

"Siamo qui – dichiara il vescovo mons. Livio Corazza nell’omelia della prima Messa col popolo celebrata dal Pantheon del Cimitero Monumentale - per ricordare non soltanto gli oltre 60 morti della città di Forlì, ma anche tutti i morti accompagnati al cimitero senza una celebrazione delle esequie"

"Cari fratelli e sorelle, siamo in un cimitero. Luogo di morte, di sofferenza, di ricordi, di amore, luogo di speranza. Sì, per i cristiani è luogo di speranza". Il vescovo Livio Corazza non poteva scegliere scenario più emblematico del Monumentale di Forlì, per la prima messa coi fedeli al termine della fase più stringente della pandemia covid-19. "Siamo qui per ricordare non soltanto gli oltre 60 morti della città di Forlì (la statistica aggiornata è di 67, n.d.r.) e gli oltre 100 di tutta la Diocesi, ma anche tutti i morti accompagnati al cimitero senza una celebrazione delle esequie che potesse esprimere il nostro dolore, il nostro affetto, la nostra riconoscenza e la nostra speranza cristiana".

Video - La prima messa coi fedeli al cimitero monumentale

"Una sofferenza nella sofferenza"

La funzione religiosa, presieduta dal vescovo alla presenza del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, è stata officiata all’aperto davanti ad una cinquantina di persone, con l'altare posto sulla scalinata del Pantheon per consentire a tutti di partecipare nel rispetto delle norme di distanziamento sociale. “Di questa pandemia - dichiara il vescovo nell’omelia - la mancata celebrazione delle esequie è stato di certo il momento più straziante che ha colpito tutti: una morte e una sepoltura nell'isolamento. Una sofferenza nella sofferenza. Ecco allora perché credo che sia doveroso per noi celebrare la prima messa con il popolo in cimitero”. Un’altra decina circa di persone ha preso parte alla celebrazione direttamente dalla tomba del congiunto.

La messa coi fedeli al cimitero Monumentale di Forlì

"Chi ci separerà dall'amore di Cristo? - continua il presule - forse la spada, la sofferenza, la morte? Ma se è anche vero che umanamente molti sono morti e sono stati sepolti lontano dagli affetti più cari, non sono stati abbandonati da Dio. Niente e nessuno potrà mai separarci da Cristo, né il dolore, né la sofferenza, né la morte. Anzi, ora sono presso Dio Padre, che accoglie i suoi figli per la vita eterna. Questa è la vera, unica consolazione. Sono in buone mani”. Nella catastrofe, ecco la salvezza: "È quello che crediamo e che speriamo anche noi: dalla pandemia, dalla vittoria apparente della morte e della sofferenza, nasce la vita. Se è capitato a Gesù, capiterà anche a noi”.

Un pensiero per Papa Giovanni Paolo II

Nell’annunciare con gioia la ripartenza, il vescovo forlivese, nel 100° anniversario della nascita di Karol Wojtyla, ha espresso gratitudine al Signore per il ricordo della storica visita a Forlì del grande pontefice polacco, proclamato santo il 27 aprile 2014 in piazza San Pietro da papa Francesco: "Forse molti di coloro che oggi piangiamo, erano presenti in piazza Saffi l’8 maggio 1986 e hanno gioito per la sua presenza. E saranno rimasti colpiti come me, dalle prime parole durante il suo discorso inaugurale, parole che tante volte abbiamo ricordato anche in questi tempi: "Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo".

E infine, indimenticabili restano anche altre immagini drammatiche, gli anni della sua malattia, vissuti però con profonda fede e indescrivibile coraggio, soprattutto gli ultimi giorni. Anche in questo, papa San Giovanni Paolo II ci è stato di guida e maestro; ci ha indicato come sia possibile affrontare le sofferenze e la morte”.

"Responsabilità"

Monsignor Corazza ha ringraziato il buon Dio per la ripartenza, ma anche richiesto ai forlivesi di essere responsabili: "Inizia da oggi un tempo di messe celebrate con tanta fede, ma anche con tanta prudenza. Non sarà facile imparare. Abbiate pazienza con noi preti. Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti per aiutarci a rispettare le regole. Durante le sante messe e nel resto della nostra giornata. Le conseguenze negative, lo sappiamo, sarebbero davvero pesanti, se dovessimo tornare a rinchiuderci in casa. Ma non è facile per nessuno. Ma non è impossibile se tutti fanno la loro parte".

Il saluto del sindaco

All’insegna della gratitudine e della prudenza anche il saluto del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini: “Grazie per questo regalo fatto alla città e per la scelta di questo posto come luogo di ripartenza: perché vuole essere un primo momento di ricordo e vicinanza ai troppi morti, a quanti hanno sofferto nella solitudine, alle famiglie che non hanno potuto accompagnare nell’ultimo momento i propri cari, ai tanti nonni che hanno privato i nipoti dell’affetto. In questo luogo ci guardano tante generazioni di forlivesi, che hanno superato i momenti difficili della guerra e della fame e sono sempre riusciti a rinascere: oggi vogliamo prendere esempio dalla loro operosità. Godiamoci questa parziale riapertura alla vita, senza però abbassare la guardia: ogni nostro gesto condiziona quello del nostro vicino. La nostra parola d’ordine nei giorni che verranno, dovrà essere agire con prudenza". Zattini chiude, ringraziando le tante persone (sanitari, infermieri, operatori ecologici), che in queste settimane hanno continuato a lavorare anche nei momenti peggiori. 

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