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L'addio a Gaetano, la moglie ringrazia per i tanti ricordi: "Amarlo in casa fino all'ultimo respiro è stato per me un privilegio"

Lascia la moglie e due figli. Foggetti era uno dei volti più noti dell'informazione in città, oltre che essere fortemente impegnato nel volontariato e in particolare nell'Ail, l'Associazione italiana contro le leucemie

E' stato celebrato lunedì pomeriggio il rito funebre per la morte del giornalista Gaetano Foggetti, deceduto per un tumore a 56 anni. Lascia la moglie e due figli. Foggetti era uno dei volti più noti dell'informazione in città, oltre che essere fortemente impegnato nel volontariato e in particolare nell'Ail, l'Associazione italiana contro le leucemie. Su Facebook è la stessa moglie, Patrizia Cupo, anche lei giornalista, a consegnare il suo ringraziamento a tutti coloro che hanno espresso cordoglio in questi giorni: "Gaetano si sarebbe emozionato di fronte a tutti i ricordi raccolti attorno a lui in questi giorni. Ci vorranno giorni per riordinarli tutti e farli leggere ai nostri figli. A chi mi legge e a chi lo ha ricordato, voglio solo dire che Gaetano ha affrontato la malattia con tenacia, resistenza, coraggio e tanta dignità, tentando di proteggere me e i suoi figli fino a poco prima di addormentarsi".

"Amarlo in casa fino all'ultimo respiro è stato per me un privilegio e una prova che mi ha cambiato per la vita. Tutto questo è stato possibile grazie al coraggio dei miei figli, che sono stati capaci di affrontare il declino fisico e il trapasso del padre con naturalezza - un passo alla volta; ai migliori amici di mio marito che mi hanno sostenuto come una sorella e si sono preoccupati e occupati di far dimenticare a Gaetano la malattia tutte le volte che fosse possibile; ai medici dell' IRST - Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori" che ci hanno permesso di curarci a casa; agli angeli custodi dell'Hospice che mi hanno insegnato a mettere amore nella morte; alle nostre famiglie; ai miei colleghi e amici di AiCS che mi hanno dato tempo e comprensione; alle mie amiche del cuore, a partire da mia sorella Gessyca che si sono fatte mamme dei miei figli; ai miei cognati Marco e Paola e a mia suocera Liliana che, assieme a Gaetano, mi hanno insegnato la dignità nel dolore. A Gaetano, che mi ha insegnato fatica, resistenza, e a camminare in salita, facendo piccoli e lenti passi senza mai dimenticare che la meta è già il viaggio"

E ricorda infine la moglie Patrizia: "Gaetano era un uomo forte che faceva di impegno e sacrificio il suo stile di vita. "Ce la posso fare", ripeteva come un mantra, mentre a me chiedeva di "andare sempre avanti". Da tempo non era più in grado di scrivere il suo nome, mentre quello del suo più grande amore, Ail Forlì-Cesena, è riuscito a scriverlo e pronunciarlo fino alla fine. La sua eredità più grande resta questa: l'amore per il bene comune, che giustifica ogni rinuncia o fatica. Agli amici e ai volontari di Ail e al suo presidente Redo Camporesi, amico fraterno di Gaetano, chiedo di proseguire la sua opera con amore e pazienza. E a chi lo ha amato, ripeto quanto lui ripeteva ai nostri figli ogni mattina al risveglio: "Dai, Forza, Coraggio".

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