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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"Non esiste liberalizzazione del servizio idrico che rispetti i referendum"

Ormai da giorni il Presidente del Consiglio Monti e i suoi ministri parlano di privatizzazioni alludendo anche ad un intervento sul servizio idrico. Ultimo in ordine di tempo il sottosegretario Catricalà

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Ormai da giorni il Presidente del Consiglio Monti e i suoi ministri parlano di privatizzazioni alludendo anche ad un intervento sul servizio idrico. Ultimo in ordine di tempo il sottosegretario Catricalà ha annunciato “modifiche che non vadano contro il voto referendario” alla gestione dell'acqua . Diciamo chiaramente a Monti, Passera e Catricalà che non esiste nessuna liberalizzazione del servizio idrico che rispetti il voto referendario: il 12 e 13 giugno scorsi gli italiani hanno scelto in massa per la gestione pubblica dell'acqua e per la fuoriuscita degli interessi privati dal servizio idrico.

Non pensi il Governo Monti di poter aggirare il voto referendario con trucchi e trucchetti, 27 milioni di italiani si sono espressi per la ripubblicizzazione del servizio idrico e questo ci aspettiamo dal Governo nei prossimi giorni.

Saremo molto attenti alle prossime mosse del Governo Monti sul fronte delle liberalizzazioni, non permetteremo che la volontà popolare venga abbattuta a colpi di decreto, di Antitrust o di direttive europee in stile Bolkestein. Metteremo in campo ogni strumento utile alla difesa dei referendum, a partire dalla campagna di obbedienza civile lanciata da noi del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

L'applicazione dei referendum è la prima e la più urgente emergenza democratica nel nostro paese, per questo il Forum chiede, come già fatto e sinora senza risposta, un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Mario Monti. Nel contempo chiede a tutti le realtà che hanno sostenuto i referendum, ai partiti che da fuori o dentro il Parlamento hanno dato indicazione per il “SI” ai referendum di giugno, di prendere da subito una netta posizione in difesa del voto democratico del popolo italiano.

 

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