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Il dibattito

Ora di religione nelle scuole, il Popolo della Famiglia risponde a Zanetti (Uaar): "Proporre di toglierla non è una manifestazione di democrazia"

Alle parole di Lodovico Zanetti, coordinatore del circolo Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di Forlì-Cesena replica il Popolo della Famiglia di Forlì

Continua il dibattito sull'ora di religione nelle scuole. In una missiva il vescovo di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, ha sottolineato come rappresenti un momento durante il quale "s'impara a conoscersi e ad accogliersi nell'unicità di ogni personalità", ma anche "a dialogare, a partecipare e a crescere insieme". Secondo Lodovico Zanetti, coordinatore del circolo Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di Forlì-Cesena, è necessario invece "pensare a un cambiamento radicale su questa scelta". Alle parole di Zanetti risponde il Popolo della Famiglia di Forlì. 

"In Italia l'insegnamento della religione cattolica è un istituto del Concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede - esordisce la replica -. La materia è dunque oggetto di un accordo internazionale e solamente un altro accordo internazionale la può modificare. Ricordiamo altresì che l'insegnamento della religione cattolica è inserito di diritto nell'orario scolastico e possiede una dignità formativa e culturale analoga a quella delle altre discipline; non va confusa, come Zanetti lascia intendere, con un’attività catechistica, perché è formulata per essere una materia scolastica indirizzata anche a persone non credenti. Non sottrae alcuna risorsa alla scuola, risponde anzi alle finalità della stessa proponendosi come attività integrata che arricchisce l’esperienza didattica con un’occasione unica di dialogo, di approfondimento culturale e di confronto interdisciplinare, sempre nel rispetto dello spirito critico, delle convinzioni e della libertà dello studente. La nomina degli insegnanti da parte dell’autorità scolastica avviene d’intesa con quella ecclesiastica, che ne riconosce l’idoneità attraverso specifici percorsi di qualificazione accademica".

"Come ha ricordato qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in occasione della firma del decreto che disciplina le procedure concorsuali straordinarie riservate agli insegnanti di religione cattolica, dopo 20 anni dall'ultimo concorso, l’insegnamento della religione spinge ad “andare alle radici della nostra civiltà”, costituendo un’occasione di “confronto e dialogo su principi etici e morali che da sempre accompagnano le civiltà nel loro cammino” - prosegue il Popolo della Famiglia -. In uno stato e in una scuola laici, ma non atei come li vorrebbe Zanetti, l'insegnamento della religione cattolica risponde esattamente a tali requisiti, realizzando di fatto l"'insegnamento morale" auspicato dal nostro Aurelio Saffi citato da Zanetti, ed è proprio per questo che l'ora di religione, pur essendo una materia opzionale, continua a registrare un tasso di gradimento elevato. Secondo gli ultimi dati disponibili riferiti all’anno scolastico 2022/23, l’84,05% degli studenti italiani sceglie la frequenza all’insegnamento della religione cattolica. L’alto tasso di iscrizioni coinvolge anche studenti provenienti da altri Paesi, da contesti culturali e religiosi diversi da quello italiano, a riprova del fatto che non si tratta di un’ora “dei cattolici”, ma di tutti coloro che desiderano conoscere il fatto religioso e accostarsi ad esso con curiosità. Proporre di eliminare tale facoltà ad una così elevata percentuale di studenti non è propriamente una manifestazione di democrazia. Consigliamo a Zanetti di ridimensionare i propri obiettivi e di evitare ulteriori prove di forza solo per spirito antireligioso. La diplomazia e gli accordi tra Stati lasciamoli gestire a chi di dovere, e se proprio si deve dimostrare di esistere, meglio rimanere nei propri ambiti".

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