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Cronaca

Duplice tentato omicidio e violenza sessuale all'ex moglie, patteggia a 4 anni e 10 mesi. Ma le vittime non ci stanno

La pena è stata definita tra accusa e difesa nelle scorse settimane e avallata dal giudice Di Giorgio, nell'udienza di martedì mattina in tribunale

E' terminato con un patteggiamento a 4 anni e 10 mesi il giudizio relativo all'accoltellamento di una donna da parte del suo ex, un grave episodio di sangue avvenuto lo scorso agosto. La pena è stata definita tra accusa e difesa nelle scorse settimane e avallata dal giudice Di Giorgio, nell'udienza di martedì mattina in tribunale. Una pena, tuttavia, ritenuta troppo lieve da parte della vittima, che - trattandosi di un patteggiamento - non è potuta essere presente come parte civile al processo. Infatti, la scelta della Procura di accettare il patteggiamento in fase di indagini preliminari priva la donna stessa del diritto di costituirsi parte civile. La donna accoltellata - insoddisfatta della decisione del giudice - ora non potrà, tramite i sui legali, neanche proporre appello. L'unica soluzione - che probabilmente sarà percorsa dall'avvocato Filippo Poggi, in rappresentanza della donna - sarà presentare un'istanza al Procuratore Generale della Corte d'Appello di Bologna affinché si faccia promotore di un ricorso in Cassazione contro quella che viene ritenuta l'eccessiva mitezza della pena definita nel patteggiamento. 

"Per il reato di violenza sessuale il patteggiamento non è ammesso se non nei casi lievi che certamente non ricorrono visto che lo stupro in danno della moglie è punito con una pena da 8 a 15 anni di reclusione", ricordava Poggi. Intanto l'uomo accusato di duplice tentato omicidio e di varie violenze nei confronti dell'ex moglie (dai maltrattamenti alla violenza sessuale, allo stalking), è uscito dal carcere per andare agli arresti domiciliari, ma nella città di Lucca. Il giudice per le indagini preliminari di Forlì De Paoli aveva concesso il mese scorso la misura cautelare più lieve per l'uomo, di nazionalità albanese, che il 20 agosto scorso aveva accoltellato la moglie e il cognato davanti ai figli della coppia.  Una scelta per la quale la moglie dell'imputato si è detta di essere molto impaurita.

Da parte sua la stessa vittima, in occasione della recente Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre, si era sfogata rispetto agli appelli - a volte retorici di questa ricorrenza - che invitano le donne a denunciare sempre. Nel suo sfogo la signora spiegava di aver denunciato, ma dopo due mesi dalla denuncia di essere finita comunque accoltellata e di essere viva per miracolo. Ed ora, a 5 mesi dall'aggressione, ritiene di non aver ricevuto giustizia.

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Forlì: secondo quanto ricostruito dai militari, l'uomo (difeso a giudizio dagli avvocati Giacomini e Naldi), che si stava separando dalla donna, si era incontrato in un giardino della periferia della città per vedere i figli. Durante l'incontro sarebbe nata una discussione, culminata con l'accoltellamento dell'ormai ex moglie e del fratello di lei (rappresentato dall'avvocato Marco Martines),  con più fendenti. Dopo l'aggressione il quarantenne era fuggito, salvo poi costituirsi alla caserma dei carabinieri di San Martino in Strada, mentre la donna e il fratello avevano raggiunto l'ospedale "Morgagni-Pierantoni" in auto, dove erano stati subito sottoposti ad un intervento chirurgico. La donna era stata inizialmente ricoverata in Rianimazione in prognosi riservata, con ferite anche alla testa e al volto. Il fratello aveva avuto una prognosi iniziale di 33 giorni, per varie ferite al corpo, la più grave ad una mano destra, con uno dei fendenti che ha leso un tendine. L'aggressore è stato inizialmente denunciato a piede libero con l'accusa di lesioni aggravate, due giorni dopo è arrivato l'arresto. Per circa tre mesi è stato in carcere.

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