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Cronaca

Anche l'ospedale di Forlì coinvolto in un importante studio sullo scompenso cardiaco

Allo studio hanno partecipato le Unità Operative dell'Emergenza di Forlì, Milano, Torino, Reggio Emilia, Pisa, e Padova

I pazienti affetti da scompenso cardiaco rappresentano un significativo impegno per le strutture ospedaliere, in quanto prevedono un elevato indice di ricovero. L’obiettivo dello studio sullo scompenso cardiaco nei dipartimenti d’emergenza, pubblicato sull'Emergency Medicine Journal e coordinato a livello nazionale dal dottor Andrea Fabbri, direttore del Pronto Soccorso di Forlì, è stato una descrizione delle caratteristiche dei pazienti e del loro percorso di cura. Allo studio hanno partecipato le Unità Operative dell'Emergenza di Forlì, Milano, Torino, Reggio Emilia, Pisa, e Padova. "Si è trattato - spiega il dottor Fabbri - di  una revisione di 2.863 casi afferiti in sei dipartimenti di emergenza italiani, nel corso del 2012, con diagnosi principale di scompenso cardiaco acuto".

"Dalla ricerca è emerso che i pazienti hanno un'età avanzata (in media 84 anni), sono di sesso femminile nel 56% dei casi e al primo episodio nel 55% dei casi - prosegue -. La più frequente causa che genera l’evento acuto è risultata una malattia respiratoria e  la coesistenza di molte malattie croniche è risultata una condizione presente in più del 50% dei casi. Inoltre il ricovero ospedaliero è stato registrato in più del 60% dei casi. Pertanto le conclusioni dello studio indicano che, diversamente da quanto riportato dai registri dell’area specialistica cardiologica, i dati derivati dall’attività dei Pronto Soccorso indicano che i soggetti che afferiscono per uno scompenso cardiaco sono soprattutto anziani, di sesso femminile e ad elevato indice di co-morbidità".

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