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Sanità

Uno studio della Chirurgia Generale di Forlì pubblicato su una prestigiosa rivista giapponese

Lo studio è stato condotto sul database italiano delle resezioni epatiche laparoscopiche (IGoMils) che ad oggi conta oltre quattromila casi, raccolti in vari centri italiani

Uno studio della Chirurgia Generale di Forlì, diretta dal professor Giorgio Ercolani, pubblicato sulla prestigiosa rivista della Società Giapponese di Chirurgia Epato-bilio-pancreatica, il Journal of Hepato-Biliary-Pancreatic Sciences. L'elaborato è stato condotto sul database italiano delle resezioni epatiche laparoscopiche (IGoMils) che ad oggi conta oltre quattromila casi, raccolti in vari centri italiani. Scritto a “quattro mani” dal professor Alessandro Cucchetti e dal professor Luca Aldrighetti dell'ospedale "San Raffaele" di Milano, il "padre" del registro, ha avuto come obiettivo misurare i risultati della chirurgia laparoscopica del fegato, “aggiustandoli” per la differenza dei casi operati.

Tra i 41 centri individuati ed oggetto dello studio, Forlì si posiziona, ormai stabilmente, tra i primi dieci per numero di casi forniti all'anno. "La valutazione delle prestazioni viene utilizzata dal Sistema Sanitario Nazionale per definire i livelli di assistenza adeguati - spiega il professor Ercolani - nonché per lo sviluppo ed il monitoraggio di strategie di miglioramento. Fornire ai potenziali consumatori la consapevolezza delle prestazioni ospedaliere serve ad acquisire fiducia nel sistema sanitario e ad informare correttamente i pazienti sui risultati attesi dopo l'intervento chirurgico".

La resezione epatica laparoscopica si è infatti notevolmente evoluta nell'ultimo decennio, espandendosi sul territorio ed affrontando casi clinici sempre più complessi. Con i riconosciuti benefici dell'approccio mininvasivo e la diffusa conoscenza nella popolazione, sempre più centri hanno modificato la propria pratica clinica per offrire tale approccio ai pazienti. Di conseguenza, diversi ospedali ora offrono ed eseguono resezioni epatiche laparoscopiche, ma con diversa selezione dei pazienti ed approcci tecnici diversi.

"L'aggiustamento del rischio - aggiunge il professor Cucchetti - è un processo analitico che permette di isolare l'effetto ‘ospedale’, analizzando il ‘case-mix’ dei pazienti trattati in ciascun ospedale. I risultati di questo studio suggeriscono che, a fronte di una resezione epatica laparoscopica, aggiustando per fattori confondenti, il tasso di conversione (passaggio da chirurgia laparoscopica a chirurgia open) è dell'8,9%, le complicanze complessive sono del 22,1%, le complicanze maggiori sono del 5,1% e il prolungamento della normale degenza ospedaliera è del 26%". Nessuno dei centri coinvolti ha dei risultati osservati diversi dagli attesi e, considerando la complessità dei casi operati, i risultati presso la Chirurgia Generale di Forlì sono in linea, o addirittura superiori, agli standard qualitativi nazionali per questo tipo di intervento chirurgico.  

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