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Electrolux, Rifondazione: "Non è con i tagli agli stipendi che si esce dalla crisi"

"La richiesta di "Electrolux" di dimezzare gli stipendi è inaccettabile: mentre i padroni aumentano i loro profitti vogliono tagliare gli stipendi, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Non bastavano la peggiore crisi economica del dopoguerra, la mancanza di lavoro, i tagli allo stato sociale, l’inadeguatezza di questa politica nazionale delle larghe intese, a mettere in ginocchio i lavoratori. Ora, molte delle grandi aziende del nostro territorio decidono, più per motivi di maggior profitto che di necessità, di chiudere gli stabilimenti o azzerare i diritti dei lavoratori.

La richiesta di "Electrolux" di dimezzare gli stipendi è inaccettabile: mentre i padroni aumentano i loro profitti vogliono tagliare gli stipendi, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri. La Banca d’Italia l’ha detto chiaramente: il 10% della popolazione italiana dall’inizio della crisi ha aumentato la propria ricchezza e la sperequazione tra ricchi e poveri è diventata ormai insostenibile. Il taglio degli stipendi, oltre ad essere ingiusto, determinerebbe un ulteriore aggravamento della crisi economica che in Italia è frutto per intero del crollo del mercato interno. I piani aziendali del gruppo prevedono: tagli ai salari dei lavoratori, blocco degli scatti di anzianità, blocco dei premi di produzione, tagli delle pause, spostamento di tutte le festività alla domenica, aumenti dei carichi di lavoro.

Un becero ricatto sotto la scure della chiusura degli stabilimenti che fa piombare le condizioni dei lavoratori a quelle di più di mezzo secolo fa. Non è tagliando gli stipendi che aumentano le vendite, non è tagliando i diritti ai lavoratori che aumenta la qualità dei prodotti, non sono i lavoratori che hanno causato la crisi finanziaria. Alla luce di tutto questo serve un lungo percorso di lotte che chiederà sacrifici ai lavoratori già stremati, ma che saranno necessari per non cedere un passo ai ricatti dei padroni".

Fabio Torelli
Rifondazione Comunista Forlì

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