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"Oltre a Forlimpopoli altre preoccupazioni per il territorio"

Al di là del problema dell’Ospedale di Forlimpopoli, la cui sostanziale trasformazione peggiorativa, se non vogliamo parlare di chiusura, sembra l’unico dato certo, il resto è molto nebuloso.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Al di là del problema dell’Ospedale di Forlimpopoli, la cui sostanziale trasformazione peggiorativa, se non vogliamo parlare di chiusura, sembra l’unico dato certo, il resto è molto nebuloso.
Nel documento appare un accenno troppo breve in merito al rapporto con l’Area Vasta e con l’IRST.
L’Area Vasta era nata con lo scopo di offrire un miglior utilizzo delle risorse, da esplicitare con l’accorpamento di servizi e l’eliminazione di doppioni, nonché individuare, potenziare e valorizzare i poli d’eccellenza con bacini d’utenza regionale.

Ebbene, mentre i servizi che dovevano essere unificati, lo sono stati ovvero, 118, Trasfusionale e laboratorio unico, la realizzazione dei poli d’eccellenza che avrebbero dovuto riguardare Forlì (Chirurgia toracica, Gastroenterologia Anatomia patologica),nella migliore delle ipotesi procedono a rilento per non dire che in alcuni casi siano ormai solo sulla carta senza alcuna apparente prospettiva.

Avanza sempre più il sospetto che l’Area Vasta non stia diventando altro che il mezzo attraverso cui demolire l’ospedale di Forlì.
Con l’IRST sembra si sia avviato un confronto per tentare di chiarire il rapporto anche economico fra le due realtà, ma ad oggi non sono ancora stati forniti dati e numeri su cui poter ragionare e soprattutto quali altri integrazioni si attiveranno.

Anche per l’ospedale di Santa Sofia si spendono poche righe, che fanno però intendere che nei prossimi anni anche su quella struttura verrà fatta un’attenta valutazione. Intanto non si sa dove reperire la somma di 7,5 milioni di euro di spese per ristrutturare l’ospedale…..alla faccia della programmazione.

Per il country Hospital di Modigliana nella commissione consigliare tenuta pochi giorni fa non è stata data risposta in merito a tanti quesiti, fra i quali ricordo il numero dei posti letto che verranno confermati o se rimarrà la valenza sanitaria o sociosanitaria.

Nessun accenno al rapporto pubblico-privato, per poter capire quanto e quali saranno effettivamente i posti letto ed i servizi a disposizione degli ammalati e dei cittadini e poter vedere se i sacrifici verranno chiesti a tutti oppure solo ad alcuni.

Tutto è presentato in maniera astratta, senza consentire di poter ragionare e decidere avendo davanti numeri, dati e bilanci.
Non si capisce ad esempio perché non sia ancora stata attivata un’unica Direzione sanitaria risparmiando sui costi amministrativi anziché tagliare i servizi.

Questa preoccupazione è ancor piu’ ingrandita dall’assoluta debolezza politica del partito di maggioranza forlivese che, eccettuate rarissime eccezioni, sembra disinteressarsi del futuro sanitario della città e del comprensorio.

E’ necessario che il PAL venga condiviso da professionisti, politici ed associazioni alla luce di una reale partecipazione di tutti e che, soprattutto, sia attentamente monitorato e corretto laddove mostri incongruenze evidenti, mettendo a disposizione tutti gli elementi necessari.
Diversamente sarebbe l’ennesima dimostrazione di democrazia liturgica della quale francamente non si sente alcun bisogno.
 

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