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Cronaca

Sulla clochard Tina altre proteste, ma anche mani tese: "Da noi trova accoglienza e sorrisi, ma altri si devono attivare"

La vicenda di 'Tina', la clochard con disturbi mentali che da mesi spesso staziona in corso Mazzini, è oggetto tanto di una gara di solidarietà ma anche di legittime proteste

La vicenda di 'Tina', la clochard con disturbi mentali che da mesi spesso staziona in corso Mazzini, oggetto tanto di una gara di solidarietà per aiutarla quanto anche di legittime proteste per il disturbo che arreca a residenti, passanti e negozianti (oltre alla paura per eventuali gesti inconsulti), è emblematica delle difficoltà nel gestire casi di genere, spesso in carico a operatori sociali che lavorano con pazienza, mettendo assieme successi e insuccessi. Di Tina, infatti, si sono occupati i Servizi sociali di Forlì e di Bologna (città in cui è formalmente residente), ma anche la Caritas e l'associazione Papa Giovanni XXIII.

A prendere la parola sul suo caso è Filippo Monari, Direttore Caritas diocesana Forlì-Bertinoro: “Sulla situazione della clochard Tina, conosciuta in molti territori e città della nostra regione in cui è stata, precisiamo che nella corresponsabilità delle parti coinvolte quello che per noi umanamente poteva esser fatto lo stiamo svolgendo da diversi mesi e continueremo a farlo per prossimità a chi è nel bisogno”.

Ed ancora: “Tina sa che per lei la Caritas è una casa che l’accoglie, infatti l'altra notte è venuta spontaneamente a dormire da noi, come in genere fa quando ne sente l’esigenza, sa che può trovare qualcuno che la può aiutare: un sorriso affettuoso, un ascolto, un letto, un pasto caldo, una doccia e del vestiario con cui cambiarsi, però ci sono competenze, ambiti e limiti nel quale come Caritas non possiamo intervenire, né forzare la persona a restare in accoglienza. Auspichiamo che la corresponsabilità che in questi mesi abbiamo promosso e sollecitato possa trovare le risposte adeguate e necessarie”.

D'altra parte, se non sono mancati gesti di umanità, c'è anche la legittima aspirazione di chi desidera sicurezza e decoro sotto casa. Sempre su Tina, infatti, si aggiunge la protesta di alcuni residenti di via Tommaso Zauli Saiani, dove la clochard che è ormai una faccia familiare in centro storico spesso va a dormire all'aperto. Scrivono in questo caso i residenti: “La donna africana senza fissa dimora, che versa in condizioni a dir poco disumane, bivacca spesso in piazza Fratelli Ruffini e via Tommaso Zauli Saiani in pieno centro storico a due passi dai musei San Domenico”.

Questa la critica: “Questa donna, vestita di stracci luridi utilizza la fontana pubblica della piazzetta come suo bidet, e le aiuole come sua toilette. Oltre a molestare i passanti con invettive senza senso. La situazione è a dir poco vergognosa e intollerabile. A nome di tutti i residenti in zona chiediamo un tempestivo intervento degli organi competenti”.

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