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Il terremoto

La forte scossa di magnitudo 4.9 Richter spiegata dal sismologo: "Terremoto distensivo tipico di una frattura in Appennino"

La zona interessata da questa sequenza sismica è caratterizzata da alta pericolosità sismica, come testimoniato dalla mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale (MPS04) e dai forti terremoti avvenuti in passato

Poco più di trenta infiniti secondi. La terra che all'improvviso ha cominciato a scuotersi con energia sempre più forte. Un movimento ondulatorio, che ha buttato giù dal letto dalla paura chi in quel momento stava ancora dormendo e che, preso dallo spavento, si è rifugiato in strada. L'incubo del terremoto si è materializzato nel cuore della nottata tra domenica e lunedì, verso le 5.10. La magnitudo è stata di 4.9 Richter, con epicentro nella zona di Marradi ad una profondità di 8,4 chilometri. Nella zona interessata dall’evento sono stati già stati localizzati altri eventi sismici. Nella stessa area, alle 4.38, circa 30 minuti prima dell’evento, la rete sismica dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia di Romagna ha registrato un terremoto di magnitudo 3.3, mentre in seguito sono stati localizzati altri 15 eventi con magnitudo uguale o superiore a 2. Complessivamente (dato aggiornato alle 18) sono oltre cento le scosse percepite dagli strumenti

VIDEO - Il terremoto ripreso dalle telecamere all'esterno

VIDEO - La scossa 'vista' all'interno di un'abitazione

La zona interessata da questa sequenza sismica è caratterizzata da alta pericolosità sismica, come testimoniato dalla mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale (MPS04) e dai forti terremoti avvenuti in passato. Sono due i forti terremoti del passato più vicini all’area della sequenza sismica di queste ore, entrambi con epicentro nella zona del Mugello regione storica nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano a circa 25 chilometri a nord di Firenze: l’evento del 13 giugno 1542 di magnitudo stimata 6.0 e l’evento sismico del 29 giugno 1919 di magnitudo 6.4. In particolare il terremoto del 1919 è uno dei più importanti terremoti italiani del XX secolo, e anche uno dei più forti ad oggi conosciuti con epicentro nell’Appennino settentrionale; la zona colpita fu quella del Mugello, con ingenti danni sia nella provincia di Firenze che nel versante romagnolo dell’Appennino. L’epicentro del terremoto delle 5.10 risulta essere relativamente vicino anche ai terremoti dell’Appennino Tosco-Romagnolo in particolare al terremoto del 22 marzo 1661 e del 29 ottobre 1725 per i quali viene stimata valori di intensità macrosismica a Marradi pari all’VIII grado della scala Mercalli.

Mappa pericolosità sismica

Andrea Morelli, geofisico e sismologo della Sezione di Bologna dell'Ingv, che tipologia di terremoto abbiamo avvertito?
"E' stata una scossa in una zona conosciuta per la possibilità di terremoti di questo genere. Non è stata sorprendente per noi sismologi, perchè, grazie alla conoscenza della sismicità storica, siamo consapevoli che eventi di questo tipo possono avvenire. E' l'espressione di una dinamica della terra che è continua".

Cosa è accaduto per generare una scossa così forte?
"E' stato un terremoto di tipo distensivo, che è rappresenta la modalità di frattura tipica di tutta la zona più elevata dell'arco appenninico. E' un tipo di sismicità comune in tutto il nostro Appennino. Si tratta di terremoti che sono legati alla dinamica che ha portato al sollevamento degli Appennini. E' una cinematica differente rispetto alle scosse che vengono nella parte più lontana della struttura appenninica, come ad esempio quelli avvenuti negli ultimi giorni al largo di Ancona, che sono compressivi".

L'area dell'epicentro è a rischio sismico. Quali sono stati i terremoti più recenti in questa zona?
"C'è stata una sequenza nel 2019, con una magnitudo massima di 4.5 Richter, tra Barberino del Mugello e Scarperia, in provincia di Firenze".

La terra intanto continua a tremare...
"Si, abbiamo registrato diverse scosse, come normalmente accade in concomitanza di un terremoto di magnitudo significativa come quello avvenuto in questo caso. C'è una ridistribuzione dello sforzo, che porta a processi di frattura più piccoli e molto meno energetici. Stiamo monitorando il fenomeno. Abbiamo registrato 24 eventi di magnitudo tra 2 e 2.9 e tre di grado superiore a 3, compreso quello che ha preceduto la scossa principale. I terremoti infatti tendono a raggrupparsi nel tempo e nello spazio quando c'è un evento importante".

L'Ingv ha un filo diretto col cittadino, con la mappatura della percezione del terremoto attraverso il sito www.haisentitoilterremoto.it. Avete già avuto dei riscontri?
"Sì, stanno arrivando molte segnalazioni. E' stata avvertita anche in Emilia, ma anche in Umbria e Trentino". 

Cosa si vuole raccomandare alla popolazione?
"Non è possibile prevedere l'evolversi della sequenza sismica. La difesa dei terremoti la si fa con la prevenzione, con costruzioni in grado di reggere alle scosse che ci aspettiamo possano avvenire in determinate zone". 

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