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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Anziano paga un presunto "filtro anti-Covid" circa duemila euro: ottiene l'annullamento del contratto

Le speculazioni sul Covid: un presunto “filtro anti-Covid” pagato quasi duemila euro da parte di un anziano e un flacone di disinfettante per le mani proposto a 50 euro al pezzo

Un presunto “filtro anti-Covid” pagato la bellezza di quasi duemila euro da parte di un anziano, oppure un flacone di disinfettante per le mani proposto in una farmacia storica della città a 50 euro al pezzo nelle prime settimane della pandemia, concretamente verificato da un addetto dell'associazione dei consumatori che si è recato sul posto. Sono alcuni degli episodi, tra truffe e rincari ingiustificati sul prezzo, su cui negli ultimi due anni Federconsumatori è intervenuta per far fronte ad uno dei tanti effetti del Covid, vale a dire la speculazione.

Il caso sicuramente più eclatante approdato negli uffici di tutela dei consumatori della Cgil è quello di un anziano della Cava, disperato perché si era reso conto di aver firmato un contratto, con tanto di rateizzazione con “rid” sul conto corrente, per 1.940 euro. La vittima, infatti, nel periodo del primo lockdown (quando le informazioni sul virus erano poche e la paura era tanta, specialmente tra gli anziani) venne convinto da un venditore ad acquistare un prodotto presentato come “filtro anti-Covid”. In verità, nient'altro che un purificatore d'aria come ne esistono da ben prima della pandemia di Coronavirus.

Il quel caso la vittima, con le lacrime agli occhi, ottenne la restituzione della cifra e l'annullamento del contratto, grazie alla mediazione di Federconsumatori e alla serietà della società venditrice del prodotto, che riconobbe la buona fede nel lamentare la mancanza di informazione sull'acquisto, probabilmente proposto in modo troppo aggressivo da parte del venditore a domicilio.

“Purtroppo in questo periodo, accanto ai nuovi problemi, come per esempio la difficoltà di fruire dei servizi telematici, pensiamo agli studenti tagliati fuori dalla Dad a causa della mancanza di connessione adeguata e apparecchi informatici, si sono amplificati quelli vecchi, come per esempio le vendite porta a porta di prodotti contro il Covid. Per questo da tempo chiediamo un sistema di identificazione certa degli operatori, così che chi apre la porta sappia esattamente chi sono e limitare le troppe truffe agli anziani”, spiegano Milad Basir (Federconsumatori Forlì-Cesena) e Renza Barani (Federconsumatori Emilia-Romagna).

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