Fra gli “ospiti” più illustri si annoverano i patrioti Antonio Fratti, Piero Maroncelli e Fulceri Paulucci di Calboli, il tenore Angelo Masini, l’aviatore Luigi Ridolfi e lo statista Aurelio Saffi
L’ex parcheggio di Piazza Guido da Montefeltro appena restituito al verde (anticamente era l’orto dei Domenicani), divideva il convento dei Domenicani da quello degli Agostiniani. Di entrambi scrive Giuliano Missirini nella sua opera-capolavoro “Guida raccontata di Forlì”, uscita nel 1971 e ristampata a furor di popolo nel 1976
La colonna della Madonna del Fuoco fu rimossa dalla Piazza Maggiore, oggi dedicata a Saffi, il 21 ottobre 1909, in seguito all’azione di un gruppo di facinorosi, fra cui l’ancora socialista Benito Mussolini. Nel 1928 fu costruita la nuova stele, alta m. 8.50 e il 6 maggio il monumento fu inaugurato a fianco della Cattedrale, dove è ancora oggi
La chiesa è ricordata per la prima volta in una pergamena capitolare del luglio 1110. Gli eredi degli ultimi proprietari, i fratelli Strocchi recentemente scomparsi, manifestano la chiara intenzione di vendere. Inutilizzato da decenni, il complesso immobiliare è posto a pochi passi dal centro. Una volta recuperato, potrebbe essere convertito in ristorante, struttura ricettiva o contenitore culturale
Al civico 94 di corso Mazzini, dal 1821 opera l’esercizio commerciale più longevo di Forlì e dell’intera Romagna: l’emporio di cordami e di arredi per la casa “Tumidei & Savorani”
Dai Diari di Antonio Mambelli e dal racconto di don Ettore Sozzi nel libro “Usfadè” di Gioiello - Zambelli, la distruzione del campanile del Duomo, fatto saltare dai tedeschi in ritirata alle prime ore del 9 novembre 1944, giorno della Liberazione di Forlì
A partire dal 1860, con la definitiva chiusura al culto disposta dallo Stato Unitario italiano, l’Oratorio di San Sebastiano è caduto in un degrado secolare, assolvendo a molteplici funzioni strumentali, quali magazzino del fieno, officina meccanica e deposito vernici (durante la guerra fu persino cucina delle truppe alleate). Dopo il restauro, concluso nel 1982, è adibito a sala per esposizione d’arte
Prima di approdare in Piazza Saffi, nel grande edificio razionalista progettato da Cesare Bazzani, la centrale del servizio postale cittadino aveva cambiato parecchie sedi. L’aneddoto del bronzo equestre “campato in aria” sul Palazzo delle Poste
Quel tragico 10 dicembre 1944, al bombardamento tedesco che distrusse la chiesa quattrocentesca con la cappella Feo affrescata dal Palmezzano e dal Melozzo, scamparono un pugno di opere d’arte, ma anche cinque arcate del porticato anteriore, demolite alla fine degli anni ‘60
Nel 1933 scompare per sempre la parte anteriore di Porta Schiavonia, il mitico androne che per decenni aveva dato riparo agl’ovar, i braccianti agricoli che attendevano di essere ingaggiati per la mietitura
Il centro di Forlì, all’altezza dei viali di circonvallazione, è ancora costellato di antiche mura in mattoni, testimoni di un tempo lontano in cui presidiavano luoghi di fede e meditazione, quali gli scomparsi conventi di S. Maria in Nives, S. Chiara e S. Caterina
Marisa Zoli e Carlo Vespi, titolari del Bar Bersagliere, hanno deciso di chiudere a fine anno. L’unica speranza per la continuità dello storico locale, che ebbe come gestore Alessandro Mussolini, padre di Benito, è che l’agenzia immobiliare incaricata dai Vespi trovi qualcuno che voglia subentrare. “La forza del Bar Bersagliere sta proprio nel suo carico di tradizioni”
Fino alle prime ore del 24 ottobre 1944, la chiesa di Santa Maria delle Grazie in Fornò aveva anche un possente campanile. La Wehrmacht lo fece saltare, per evitare che divenisse punto di osservazione privilegiato per gli Alleati che stavano sopraggiungendo
Nel 1947, dopo un lungo e delicato lavoro di ricomposizione, il sepolcro rinascimentale di Barbara Manfredi, proveniente dalla distrutta chiesa di San Biagio, è stato ricollocato a San Mercuriale
L’ultimo atto della secolare presenza delle Clarisse Urbaniste a Forlì, sarà la messa che mons. Livio Corazza presiederà alle 7 di lunedì 11 ottobre al Corpus Domini “Le monache non potevano fare diversamente – conferma il vescovo – visto il numero troppo esiguo di sorelle attive rimaste in quegli spazi così ampi”
Costruita su resti paleocristiani del IV secolo, la SS. Trinità è il più antico centro di culto forlivese. Nel 1938, durante i restauri intrapresi nel 500° dalla nascita del Melozzo, al campanile, “non senza successive polemiche” furono aggiunte la cuspide conica e le quattro torrette laterali.
Rimasta immutata per secoli, piazza Saffi ha cambiato drasticamente volto durante il ventennio fascista. La demolizione dell’ex Palazzo dell’Intendenza, già convento dei monaci vallombrosiani dimoranti a San Mercuriale, iniziò nel 1938: l’idea era di erigere un hotel di lusso. Poi esplose la guerra e per quasi un decennio rimase uno grande spiazzo. L’inaugurazione dell’attuale Palazzo della Ras risale al 1951
La centralissima via Pedriali, un tempo denominata Via del Sole, ha ospitato uno degli ultimi tratti scoperti del Canale di Ravaldino, conosciuto come “de’ Marinàz”. Sistemato nel 1907, fu definitivamente chiuso nel 1929
Correva l’8 marzo 2021 e Biancarosa Ciani, titolare del Bar Roma di via Bonatti, ha servito l’ultimo caffè ai suoi clienti. “L’ideale sarebbe ristrutturare e poi affittare a qualcuno che volesse rilanciare il locale, senza perdere la continuità di licenza”. La facciata mantiene ancora i segni del bombardamento aereo del 25 agosto 1944, che costò la vita alla sorella Carla
Il leggendario Rio Bar aprì ufficialmente i battenti come gelateria nella primavera del 1953 e subito fece scalpore e costume. Luciano Sansovini caossiano di ferro: “E’ passata una vita, ma i sapori della Coppa Rio propostaci dalla Bionda (alias Elide Gorini) rimangono un’emozione”
La morte del pilota Jason Dupasquier sul circuito del Mugello, ha riaperto in molti forlivesi la ferita della tragica fine di Otello Buscherini. A Jason è risultata fatale la curva dell’Arrabbiata, la stessa che il 16 maggio 1976 spezzò la vita del grande campione. All’indimenticabile Otello, Luciano Sansovini ha dedicato la Casa dei Ricordi in via Caprera
Fino ad oggi non ci era dato di sapere quanti e quali forlivesi siano riusciti a godersi una Isotta Fraschini. Grazie alla straordinaria memoria di Piero Manuzzi, classe 1935, si scopre che anche nel Cittadone c’era una concessionaria dell’automobile più desiderata al mondo, che ebbe fra i fortunati possessori D’annunzio, Mussolini e persino un papa.
Alla riscoperta dei luoghi cittadini che hanno goduto dello sguardo e della riflessione del Sommo Poeta, che si fermò a lungo a Forlì almeno due volte, dal 1302 al 1308
Ammonta a ben 20.000 metri quadrati l’area degli orti del San Domenico, che nel 1888 venne assegnata alla famiglia Bonavita per insediarvi una fabbrica di feltri. Il 28 settembre 2020 partono ufficialmente i lavori di realizzazione del “Giardino dei Musei”, che sostituirà il parcheggio scoperto a raso di piazza Guido da Montefeltro
Il bombardamento aereo su Forlì del 25 agosto 1944 danneggiò gravemente anche il ciclo pittorico di Pompeo Randi raffigurante i più importanti eventi storici dei maggiori centri della Provincia di Forlì, ossia Cesena, Rimini e la stessa Forlì. Dell’affresco relativo a Rimini non è rimasta traccia